Il calcio è lo sport dei dettagli ma anche degli episodi. Alla fine a spuntarla è sempre chi ha più fame, chi cerca la vittoria unica fonte di salvezza, come l’acqua nel deserto. La zampata di Anastasi a Lecce può valere un’intera stagione, in quel gesto c’è l’essenza del perché il Messina è uscito dal “Via del Mare” con i tre punti. L’ex attaccante del Catania ha stretto i denti, è rientrato in campo una settimana prima del previsto ed ha tramutato in gol un tiro senza troppe velleità di Sanseverino.
La palla ha toccato prima la traversa prima di ruzzolare lentamente in rete. Spesso si dice che “l’importanza di qualcosa la si comprende solo quando non si ha più”, frase che vale anche per Valerio Anastasi, attaccante forse non particolarmente prolifico, ma che a questo Messina nelle ultime settimane è mancato e pure tanto. Senza l’airone etneo, l’attacco giallorosso ha perso profondità e centimetri, qualità che solo l’acciaccato Plasmati sarebbe forse in grado di garantire.
Il resto lo hanno fatto la fame e la cattiveria che ti portano a cercare il guizzo vincente, da vero centravanti, che ha voglia di scrivere un pezzo importante della storia recente del calcio messinese. Già, le motivazioni, quelle che il Lecce non poteva certamente avere a mille, perché il primo posto era ormai andato e i salentini giocheranno i playoff da secondi classificati.
Ciò comunque non sminuisce la portata dell’affermazione dei giallorossi, perché l’esonero di Padalino fa capire come dalle parti di Lecce questo ko interno non l’abbiano per nulla digerito. Tatticamente si è visto un Messina accorto, attento e grintoso, capace di chiudere gli spazi e tentare delle ripartenze, unico modo per far male ad un avversario lento e prevedibile. La dea bendata questa volta ha baciato le guance dei peloritani, perché il palo centrato da Marconi rappresenta la “sliding doors” di una partita che però è finita nel modo più corretto.
La penalizzazione e le due partite con Cosenza e Vibonese adesso fanno meno paura, perché se la gara di domenica ha rappresentato un esame di maturità, l’intero “mondo” Messina lo ha superato a pieni voti. Dopo la bruciante sconfitta casalinga con il Melfi, la società non ha parlato ai microfoni dei giornalisti ma ha fatto sentire la propria voce ai giocatori sul campo di gioco, perché la gara con i lucani ha fatto scattare più di un campanello d’allarme.
Adesso l’esame di maturità lo devono superare i tifosi, chiamati a raccolta dalla società in vista del match con i silani. Match che potrebbe dare la stoccata decisiva in chiave salvezza, che, e non è una frase fatta, avrebbe quasi il sapore di una promozione. Riavvolgendo il nastro di questa tormentata stagione, si hanno esoneri e addii a campionato non ancora iniziato, avvicendamenti, interminabili trattative per un cambio societario che sembrava non arrivare mai, fino allo sciopero dei giocatori per gli stipendi non pagati.
Motivi per cui bisogna essere riconoscenti ad un gruppo di giocatori forse non eccelso sotto il profilo tecnico, ma che ha dimostrato di avere gli attributi. Senza la salvezza non è possibile programmare il futuro, quel futuro a cui i tifosi domenica devono dimostrare di tenere. E ai più scettici e ai più pigri, ricordiamo che MessinaSportiva e il club hanno anche messo in palio cinque magliette ufficiali. Per aggiudicarsele basterà trasformarsi in fotografi, con uno smartphone, sugli spalti del “Franco Scoglio”.