Dopo la sua scomparsa, attraverso vecchie interviste, torniamo indietro nel tempo per rivivere l’avventura messinese di un campione che giunse nel 1962 in Italia dal Perù. Arrivò dal Milan e riuscì con la sua personalità e la sua voglia di riscatto a cambiare la mentalità di una squadra ormai rassegnata alla retrocessione in serie B, fino a condurla a una miracolosa permanenza.
Nella lunga storia del calcio messinese diversi calciatori hanno infiammato i cuori dei tifosi e ogni generazione ovviamente ha avuto i propri beniamini. Se negli ultimi anni sono rimaste impresse negli occhi degli aficionados le imprese di quei giocatori che hanno regalato di nuovo la serie A alla città, non si possono dimenticare i campioni che con la maglia biancoscudata hanno davvero lasciato il segno. Victor Morales Benitez fu certamente uno di questi. Il tempo trascorso non gioca a suo favore e, nonostante abbia collezionato soltanto 18 presenze con la maglia del Messina, il peruviano incise notevolmente sulle fortune del club ma anche sulle carriere dei compagni di squadra e perché no dell’allenatore di allora. Facciamo un salto all’indietro di 54 anni: era la stagione 1963/64 e l’Acr Messina affrontava per la prima volta nel massimo campionato.
Terzo di dieci fratelli (sette maschi e tre femmine), Benitez – cresciuto nell’Alianza Lima con cui aveva giocato a diciassette anni in prima serie – nel 1962 vinse il campionato argentino con il Boca Juniors e a stagione iniziata fu acquistato dal Milan. Con i rossoneri giocò 12 gare nel campionato 1962/63 e vinse la Coppa dei Campioni. Fece parte dell’undici schierato dal “Paron” Nereo Rocco che sconfisse per 2-1 il Benfica di Eusebio a Wembley.
Messo in naftalina dal tecnico Carniglia, Benitez giunse sulla riva siciliana dello Stretto nel novembre del 1963. Trovò la squadra allenata da Mannocci relegata in ultima posizione, con soli sei punti all’attivo, a sei lunghezze dal quartultimo posto, e ormai rassegnata al ritorno nella serie cadetta. “Mi hanno mostrato la carta geografica e mi hanno fatto vedere il puntino dove avrei giocato – raccontava il centrocampista sudamericano al settimanale “Il Calcio e il Ciclismo Illustrato”, non appena arrivato in città –. A me non importava di che puntino si trattasse, bastava che ci fosse una squadra e un campo dove poter giocare senza ammuffire. Ho solo chiesto se Messina stava in Italia. “C’è il mare di mezzo” – mi hanno risposto – “ma è Italia anche questa. È bellissima” -. E così sono venuto”.
E in quel puntino il peruviano giocò la prima volta il 5 gennaio 1964 al “Giovanni Celeste”, nella penultima giornata del girone di andata: Messina-Bologna. I felsinei si imposero con un classico 2-0 con reti realizzate da Perani al 64’ e Pascutti all’86’. In maglia biancoscudata aveva esordito il primo giorno di dicembre del ’63 a Torino contro la Juventus (2-1 con doppietta di Sivori e gol messinese di Brambilla). Fino a quel momento i peloritani avevano conquistato soltanto una vittoria, all’esordio casalingo contro il Lanerossi Vicenza, grazie alla doppietta di Pagani, e quattro pareggi: in casa con la Spal (0-0), con il Bari (1-1), in trasferta a Mantova (2-2) e in casa con il Torino (1-1).
Un paio di giornate soleggiate, il profumo di menta e aranci fecero innamorare subito Benitez della Sicilia e gli riconsegnarono quella serenità che aveva smarrito nella nebbia della Padania. E lui, generoso, abituato a dare tutto in campo, ripagò immediatamente Messina e i suoi tifosi per il “calore” che gli avevano donato. “Il Messina ha vinto una sola partita e basta – affermava Benitez -. Non è possibile. Bisogna vincerne ancora un’altra. E poi, se siamo capaci di vincere la seconda vuol dire che saremo capaci di vincerne una terza”.
“El Conejo”, così detto per via dei denti sporgenti, parlò da leader in quella intervista, quel leader che mancava alla squadra. La seconda vittoria arrivò il 12 gennaio, quando il Messina superò al Celeste il Modena per 2-0 con gol di Brambilla e Morelli nella ripresa. Una iniezione di fiducia per un ambiente depresso: “La palla è rotonda, e dire che siamo spacciati significa scavarsi una fossa più profonda sotto i piedi. Io dico che il Messina potrebbe salvarsi. Altrimenti sarebbe molto triste per me esser venuto a giocare un campionato inutile”.
Dopo la sconfitta per 2-0 nel recupero della nona giornata al Cibali contro il Catania, il 26 gennaio arriva il terzo successo. E giunge anche il primo gol di Benitez in maglia biancoscudata. Il centrocampista peruviano firma al 7’ il raddoppio del Messina con un tiro al volo dal centro dell’area doriana che supera il portiere Battara. I giallorossi battono la Sampdoria per 4-3, gli altri gol li firma Morelli, autore di una memorabile tripletta. Fine prima parte. Continua…