La società – Dopo l’annus horribilis con la retrocessione in Lega Pro, a causa dei noti fatti del derby Bari – Lecce e l’autogol di Masiello, la famiglia Semeraro ha ceduto il passaggio ai Tesoro, che nonostante numerose operazioni simpatia, il ritorno di Chevanton, l’ingaggio di Moriero e la realizzazione del sogno Miccoli, non sono mai riusciti ad entrare nel cuore dei tifosi a causa delle loro marcate origini baresi, ma soprattutto per non aver centrato mai l’obbiettivo promozione, promessa e mai raggiunta durante i tre anni della loro gestione.
Da luglio si è aperto un nuovo capitolo: a capo del Lecce è arrivato Enrico Tundo, imprenditore nel mondo dei trasporti, insieme ad uno stimatissimo avvocato leccese, Saverio Sticchi Damiani. Soprattutto quest’ultimo gode della massima stima e fiducia da parte della piazza e viene visto dai tifosi come un uomo di grande garanzia. Le prime scelte appaiono incerte, ma alcune intuizioni fanno ricordare antichi fasti, come l’arrivo di Vecsei dal Bologna, un’operazione firmata Pantaleo Corvino, che è l’uomo ombra della gestione tecnica dei giallorossi, visto che il figlio Romualdo è molto vicino all’attività del direttore sportivo Stefano Trinchera.
Rosa e staff tecnico – Sulla panchina salentina da poco più di un mese siede un sergente di ferro, Piero Braglia, un tecnico di pochissime parole, ma di tanti fatti, come tutti i toscani che in passato hanno ricoperto questo ruolo, Nedo Sonetti e Giuseppe Papadopulo su tutti. Spesso li ricorda anche per il modo di giocare, un calcio poco spettacolare ma efficacissimo, visto che nel corso della sua gestione il Lecce ha conquistato 5 vittorie, un pareggio ed una sconfitta contro il Catanzaro: un ruolino di marcia che ha permesso alla squadra di risalire dalla metà della classifica fino al secondo posto in cinquanta giorni.
L’avvio stentato avuto durante la gestione di Antonino Asta, a cui è stato fatale il tracollo per 4-0 in casa del Foggia, pesa ancora sulla classifica del Lecce: una condizione che obbliga Braglia a limitare al minimo i passi falsi visto che i “bonus” sono stati tutti già giocati nelle prime giornate di campionato. Dall’arrivo dell’ex tecnico della Juve Stabia, sono stati rilanciati giocatori come Abruzzese e Legittimo, prima ai margini della rosa, ed introdotta la difesa a tre; il modulo più utilizzato è il 3-4-3 con il centrocampo che nell’ultima partita ha visto la novità Pessina al fianco dei titolarissimi Papini, Lepore e Legittimo.
L’attacco – Domenica si sono sbloccati, finalmente, Curiale e Diop, oltre alla certezza Moscardelli, un vero e proprio mito per i tifosi del Via del Mare. Il mercato di gennaio sarà un momento cruciale della stagione: ci sono alcuni giocatori, voluti da Asta, come Liviero e Lo Bue, che non rientrano molto nell’idea di calcio del nuovo tecnico e inoltre c’è da trovare una soluzione per l’attacco perché al Lecce, da tre anni a questa parte, manca il bomber, il giocatore in grado di chiudere le partite e perché no vincere la classifica capocannonieri. Si pensava dovesse essere Curiale, ma non è stato così. Sarà difficile trovarlo a gennaio ma una formazione che vuole vincere il campionato, questa più che un obiettivo è un’ossessione, ha bisogno di un giocatore da almeno 15 gol.
Questa la probabile formazione titolare (3-4-3): Perucchini; Abruzzese, Cosenza, Freddi; Lepore, Papini, Pessina, Legittimo; Surraco, Moscardelli, Curiale.
Presentazione a cura di Matteo Bottazzo, giornalista di Sololecce.it. Come ogni settimana un collega ci presenta l’avversario del Messina.