È un Catanzaro in cerca di continuità quello che sabato sera in una gara a porte chiuse, per come deciso dal prefetto del capoluogo calabrese Luisa Latella, affronterà in serata allo Stadio “Nicola Ceravolo” il Messina. Le “Aquile” dopo un avvio disastroso sotto la guida di Massimo D’Urso sembrano aver trovato la giusta amalgama, ricevendo i benefici della cura Erra, tecnico salernitano subentrato all’ottava giornata a D’Urso, conquistando due vittorie nelle due ultime gare. La svolta nella seconda frazione contro il Lecce ed il colpaccio di Rieti con la Lupa Castelli, hanno rinvigorito le speranze salvezza di una formazione blasonata che deve fare di tutto per salvare la categoria e non solo.
La società. Alla guida del sodalizio giallorosso c’è Giuseppe Cosentino che, subentrato alla guida della dirigenza catanzarese dopo un anno disastroso, ha centrato subito la promozione in Prima Divisione nella stagione 2012/2013 arrivando secondo alle spalle del più blasonato Perugia, battuto in casa sua l’11 novembre 2012 per 2-1. L’anno successivo l’esordio in Prima Divisione: campionato avaro di emozioni per le “Aquile” che sotto la guida di Francesco Cozza videro ridimensionate le proprie ambizioni. La società mancava di alcune figure importanti, come il direttore sportivo, che arrivò alla fine del 2013, quando fu presentato Armando Ortoli. A quattro giornate dalla fine, dopo la débâcle interna con la Carrarese, la squadra fu affidata a Fulvio D’Adderio e ottenne la salvezza. La politica dei piccoli passi caratterizzò la terza annata di Cosentino (2013/2014): sulla panchina venne chiamato Oscar Brevi e i giallorossi si piazzarono quarti e vennero eliminati ai play-off dal Benevento.
Nel 2014/2015 Ortoli costruisce la squadra chiamando al timone Moriero che venne esonerato a metà del girone di andata. Con Sanderra matura l’ottavo posto conclusivo. La scorsa estate ha portato qualche novità: Ortoli, coinvolto nel frattempo nell’inchiesta partita proprio dalla procura di Catanzaro “Dirty Soccer”, ha lasciato il posto a Carmine Donnarumma, mentre nello staff societario, insieme al padre Giuseppe ed all’Amministratore delegato Marco Pecora, c’è Jessica Cosentino, figlia del numero uno giallorosso che, nei fatti, è quella che al momento rappresenta la società nel capoluogo calabrese.
Staff e squadra. Le redini della prima squadra sono state affidate a Massimo D’Urso, che conosceva bene l’ambiente per essere stato il secondo di Cozza, Moriero e Sanderra. Una scelta che ha fatto storcere il naso all’ambiente giallorosso perché i presupposti non erano certo quelli della cavalcata trionfale. Lo staff tecnico è composto da Antonio Raione, preparatore atletico con importanti trascorsi perché ha lavorato con club nella massima serie collaborando spesso con il tecnico Alberto Malesani, dal secondo Giulio Spader, ex tecnico della Berretti giallorossa, e dal preparatore dei portieri Paolo Foti.
Nel mercato estivo l’unica trattativa che ha tenuto con il fiato sospeso la città intera è stata quella relativa al ritorno del bomber bresciano Andrea Razzitti, mentre il gruppo per come era stato allestito non aveva certo infiammato gli animi, mentre tante sono state le riconferme, fra cui spiccano quelle di Tommaso Squillace, del capitano Mimmo Giampà, autore di due reti nelle ultime due gare e coinvolto nell’inchiesta Dirty Soccer, di Tommaso Scuffia, rientrato dal prestito di Lecce.
Il pre-campionato è stato il preludio di un avvio di stagione deludente: il ruolino di marcia era da media retrocessione, una sola la vittoria incassata con il Martina Franca e la successiva sconfitta con i sanniti hanno posto fine all’avventura di D’Urso sulla panchina delle “Aquile” ma non nello staff tecnico della società.
A lui è subentrato Alessandro Erra e, dopo la sconfitta d’esordio con il Matera, sono arrivati i successi con il Lecce guidato da Piero Braglia, allenatore delle Aquile nel 2003-2004 durante il quale ha conquistato la promozione in serie cadetta, e con la Lupa Castelli. Cambiato l’approccio alla gara delle Aquile: al 3-5-2 di D’Urso che diversi problemi aveva creato in fase difensiva, quella che faceva acqua da tutte le parti e che è stata causa di diverse sconfitte dei giallorossi, si è passati al 4-2-3-1, prima, e al 4-3-3 nelle gare con il Lecce e la Lupa Castelli. Con questo modulo le Aquile hanno trovato la giusta quadra, ma soprattutto le due vittorie che servivano all’ambiente giallorosso per ritrovare l’entusiasmo giusto che serve per lottare e cercare i punti necessari per la permanenza in questa categoria di una società che ha un importante passato come quello del Catanzaro.
L’avvio di stagione. Quattordicesimo posto a quota 11 punti, frutto di 3 vittorie, 2 pareggi e ben 6 sconfitte: è questo in soldoni il Catanzaro in chiave numerica. Brucia la sconfitta d’esordio con la Casertana e quella in casa del Catania con il pesante passivo subito: 4-1 per i padroni di casa. Cinque, in tutto, le sconfitte subite nelle prime otto gare; due i pareggi, colti il primo in casa del Foggia, dove milita un giallorosso doc, l’attaccante Pietro Iemmello, e l’altro in casa nell’attesissimo derby con i cugini cosentini finito 1-1.
Presentazione a cura di Daniela Critelli di TuttoLegaPro. Come ogni settimana abbiamo chiesto ad una collega di fare il punto sull’avversario del Messina.