“Io non mi dimetterò mai. La dirigenza che non mi vorrà più tenere dovrà dirmelo, sarà costretta ad esonerarmi”. E’ la filosofia di vita di un allenatore, confidata tanti anni fa ad un giovane cronista.
Il flashback è immediato, mentre al telefono mi comunicano la decisione di Antonio Venuto: “è andato via dal Due Torri, dimissioni irrevocabili ” – mi dicono -.
Il Venuto pensiero, in quell’occasione, fu particolarmente profetico: subito esonerato dall’Orlandina, ma era solo l’inizio di una carriera che, con il passare degli anni, sarebbe diventata ricca di soddisfazioni.
Oggi non mi sorprendo più delle vicende pallonare, siano divorzi o clamorosi matrimoni. Credo che anche la maggior parte di sportivi e/o addetti ai lavori non faccia più caso a dichiarazioni che puntualmente vengono smentite dai fatti.
Ovviamente Venuto è stata la classica mosca bianca: per lui ci sono voluti ben 28 anni di onorata carriera, prima che mandasse tutto e tutti “a quel paese”: un vero e proprio record.
Onorata carriera, dicevo. Ovvio, poiché ciò che ha fatto il mister di Villafranca – come era conosciuto tempo addietro – non è roba da poco: ha allenato e vinto in tantissime piazze, resterà indelebile la promozione in Lega Pro con il Milazzo.
Per Venuto di certo questa non è stata una stagione nata sotto una buona stella. In estate era dato vicino al Messina, alla Reggina, all’Akragas, poi si è dovuto “accontentare” del Due Torri.
Sia chiaro, non è stata una soluzione di ripiego, ma una convinta volontà del tecnico che al paese delle due torri Saracene è particolarmente legato ed ha più volte affermato: “questa è la mia famiglia”.
A Piraino, Venuto ha fatto davvero un “miracolo” sportivo: due splendidi campionati e posizioni finali di assoluto prestigio, con un manipolo di ragazzi. Ecco, se proprio dovessimo cercare il classico “pelo nell’uovo”, l’errore – se mi è concesso il termine – è stato quello di voler tirare troppo la corda. “Sarà una squadra anagraficamente più giovane dello scorso anno”, disse Antonio Venuto presentando la sua terza avventura in riva al Tirreno.
Giovani e motivati per vivere più a lungo: il concetto non fa una grinza. Le cose – purtroppo – non sono però andate come si sperava e la dirigenza, dopo quattro campionati in serie D, non essendo supportata da grandi aziende o facoltosi finanziatori, si è trovata in difficoltà.
Da quello che è dato sapere, sia Venuto che la squadra erano comunque consapevoli che non sarebbe stata una passeggiata. Comunque “la famiglia Due Torri” parte ugualmente e con tanti buoni propositi, per la quinta avventura nell’élite dilettantistica. Ma le difficoltà sono dietro l’angolo: subito i punti di penalizzazione, poi le prime sconfitte e come se non bastasse le solite carenze in organico, vedi la mai risolta assenza di attaccanti di peso.
All’improvviso, cioè prima della trasferta di Sarno, scoppia il caso Due Torri: “non ci sono i soldi per andare in Campania, la squadra non parte”, assicurano i bene informati.
Tutto finito? La società getta la spugna? Assolutamente no! Dalla sera alla mattina ecco spuntare una cordata di imprenditori, che rileva il pacchetto di maggioranza, paga uno stipendio e spedisce tutti in trasferta. Come dire che dopo la tempesta spunta il sole.
Mi devo quindi ricredere: ci sono episodi – nell’emisfero pallonaro – che ancora oggi mi sorprendono. Al Due Torri tutto risolto, o quasi. Diciamo pure che abbiamo scherzato. Si, perché il buon Antonio Venuto dopo la vittoria casalinga sul Sersale, si accorge che la squadra ha bisogno di “qualche giocatore di esperienza nei settori nevralgici”, che “la squadra è troppo giovane”.
Col senno di poi, ritengo che la dichiarazione abbia avuto l’effetto della goccia che fa traboccare il famoso vaso, perché i nuovi padroni non sono della stessa idea.
Per sopravvivere bisogna sfoltire, quindi dopo il derby con l’Igea Virtus si faranno i conti. Questo – in soldoni – quanto avrebbero stabilito a Piraino, qualche settimana fa. Intanto la “Venuto band” ha però vinto anche a Palmi.
E ora? Avanti a gonfie vele? Neanche per sogno, perché ecco spuntare il fungo, cioè il coniglio dal cilindro: “i vertici societari non vogliono confermare un gruppo di lavoro sano, genuino, solido e compatto” accusa il tecnico, che sbatte la porta. “Venuto non ha rispettato i patti […] abbiamo trovato una situazione esplosiva”, risponde la nuova dirigenza. Il risultato? La famiglia Due Torri si è sfasciata, dissolta, è scomparsa. Divorzio con piatti rotti a destra e a manca, traumi lacero-contusivi e chi più ne ha più ne metta.
Forse avrà peccato Venuto a restare a Piraino, forse la vecchia dirigenza – per sopravvivere – avrebbe potuto “pilotare” un’onorevole retrocessione.
Forse, i nuovi dirigenti avrebbero dovuto spiegare prima i sacrifici a cui bisogna sottoporsi per non morire.
Forse, anzi certamente, ci ha perso il calcio. #tobecontinued