Botta e risposta negli studi di Rtp tra gli avvocati Giovanni Villari e Bonaventura Candido, in rappresentanza dell’attuale proprietà dell’ACR Messina e del gruppo di imprenditori interessato alle sorti del club. Nel corso del suo intervento telefonico il legale che assiste la società fin dall’estate scorsa ha svelato di essersi recato a Roma insieme al presidente Natale Stracuzzi, confermando i contatti tra quest’ultimo e l’imprenditore Francesco Barbera. Le parti stanno concordando un ulteriore incontro, che dovrebbe tenersi venerdì, al rientro in città del massimo dirigente.
“Le posizioni delle due parti sono note. L’attuale proprietà è disponibile a cedere il 49% delle quote ma le distanze attuali potrebbero magari essere limate. Chissà che non si possano immaginare percorsi differenti, ragionando magari in un’ottica di lungo termine. Ritengo però che all’incontro debbano essere presenti tutti i quattro attuali soci e non soltanto alcuni, come preferirebbe invece la cordata”. Nel suo ultimo comunicato l’avvocato Candido ha effettivamente chiesto le convocazioni di Stracuzzi, Oliveri e Micali, mentre non veniva citato il vice-presidente Gugliotta.
Villari ha rimarcato che la dirigente dell’ACR ha “una preferenza per i messinesi, sia a livello di potenziali soci che in termini di management, ma che non si può ragionare soltanto con il campanilismo. Il presidente e i suoi soci cercano invece la soluzione migliore e questo potrebbe magari portarli lontano dallo Stretto”. La questione e il presunto valore della “messinesità” era stata posta dopo che è emerso il nome dell’imprenditore catanese Franco Proto, ha rimarcato Candido. Villari ha replicato evidenziando che Stracuzzi non conosce i nomi di almeno tre dei potenziali acquirenti. Effettivamente non sono mai state svelate le identità dell’imprenditore della zona tirrenica della provincia e della società veneta coinvolte nell’operazione d’acquisto.
La tifoseria, dopo i colloqui dei giorni scorsi, ha chiesto di potere inviare due suoi rappresentanti al prossimo faccia a faccia tra le parti. Una proposta cassata da entrambi i legali. “Credo che le trattative debbano essere portate avanti riservatamente, al di là della necessaria trasparenza” ha detto Villari, che ha ottenuto l’appoggio sul punto di Candido.
Il legale di fiducia di Barbera ha evidenziato che “gli angoli possono essere smussati, ma la proposta originaria non verrà di certo snaturata. Non siamo intenzionati a rilevare il 49% delle quote, vogliamo soltanto sottoscrivere un aumento del capitale. Nel caso in cui si volesse concedere soltanto quella percentuali alla cordata, l’attuale proprietà dovrebbe coprire il 51% residuo”.
Villari ha infine chiarito i motivi della “missione” romana, confermando alcuni nomi già filtrati sulla stampa. Su tutti quello del direttore sportivo Vittorio Cozzella. “Con lui c’è già una convergenza su idee e progetti, ma fino al 30 giugno è sotto contratto con la Ternana” ha ammesso Villari. “Sul fronte allenatore si sta riflettendo sulla posizione di Lello Di Napoli, ancora sotto contratto (e in attesa dell’ammissione ufficiale al corso di Coverciano, necessario per ottenere il patentino di cui avrà bisogno per accomodarsi in panchina, dopo la deroga di quest’anno, ndc). Confermo i contatti con Pasquale Padalino”, già tecnico di Nocerina, Foggia, Grosseto e Matera.
Per Candido questi contatti rappresentano un “comportamento concludente, che rischia di rendere inutile un eventuale incontro con Barbera”. Villari ha replicato ancora una volta, evidenziando che l’attuale proprietà “è legittimata a pianificare la prossima stagione e quindi deve farsi trovare pronta”. Il legale, che nei mesi scorsi a Roma aveva definito le vertenze degli ex collaboratori di Gianluca Grassadonia, l’allenatore in seconda Vincenzo Criscuolo e il preparatore atletico Salvatore Malafronte, ereditate dalla gestione Lo Monaco, ha annunciato infine “la risoluzione, avvenuta a Roma, di un’altra posizione debitoria pregressa”. Le fonti in nostro possesso assicurano che si tratta dell’ex direttore generale Andrea Pecorelli, approdato a Messina nel lontano 2009, subito dopo l’asta fallimentare che sancì la fine del FC e la rinascita dell’ACR. E soprattutto l’inizio di infinite querelle, che sette anni dopo gravano ancora pesantemente sul bilancio.