Il Cavalier Renzo Cimberio a ruota libera: il consorzio, la squadra, Pozzecco e un vivaio da rilanciare: “Con Attilio abbiamo cambiato volto. Il nuovo investitore ha sbagliato approccio, ma va ascoltato”.
Dal suo cantuccio in fondo al parterre, ogni domenica, c’è un signore che vigila sui colori biancorossi. È più di un tifoso, è più di un ex sponsor: è una persona che ci tiene, uno che se c’è da parlare di basket fa rispondere l’anima. È allora molto piacevole chiacchierare con lui, partendo dal presente, rivedendo il passato e immaginando il futuro.
Cavalier Renzo Cimberio, ha guardato in tv la partita di Varese contro Sassari?
“Sì, i ragazzi hanno giocato in scioltezza, dimostrando il loro valore: battere la Dinamo non è mai un’impresa facile. Oggi, con la tranquillità di non avere più il peso del risultato sulle spalle, possiamo dire di essere davanti a una buona squadra. È un po’ tardi per i playoff, ma dobbiamo accontentarci: solo due mesi fa non sapevamo neppure se ci saremmo salvati o meno”.
Noi lo abbiamo scritto più volte: la missione salvezza ha potuto contare su un grande e indispensabile generale. Lei è d’accordo?
“Rispondo dicendo che Varese ha completamente cambiato volto e modo di giocare da quando è arrivato Attilio Caja. Analizziamo le singole partite: contro Caserta non era per nulla semplice, eppure siamo riusciti a vincere conquistando, durante il match, anche parecchi punti di vantaggio. Potrei citare anche altre occasioni, ma nel cuore mi rimane quanto fatto contro Sacchetti: Caja ha interpretato la contesa alla perfezione. Sassari è formazione fondata su velocità e tiro: lui è stato capace di rompere questo ritmo, togliendo l’identità agli isolani. Poi, di certo, il nostro allenatore può ora contare su un paio di giocatori veramente bravi…”
Pensiamo di conoscerne i nomi…
“Sono sotto gli occhi di tutti: Eyenga è formidabile, a parer mio. E poi c’è Maynor, altrettanto valido: dovrebbe solo difendere un poco di più. Mi auguro che si riesca a tenerli entrambi il prossimo anno”.
Torniamo a Caja: tra lei e il coach non ci fu un rapporto idilliaco ai tempi di Novara. Corretto?
“Sì, abbiamo avuto uno scontro e non ci siamo trovati per nulla. Poi ognuno è andato per la sua strada. Le dico di più: quando è stato chiamato dalla Pallacanestro Varese ero molto perplesso”.
Oggi non è più così: cosa è cambiato fra voi?
“C’è stata una telefonata, in cui ci siamo chiariti su tutto: siamo amici nel basket e ci rispettiamo. Ho cambiato idea su Attilio: era l’uomo giusto per questa squadra, perché se c’è un allenatore che basa tutto sul lavoro quello è lui. Solo così arrivano i risultati”.
Articolo della Provincia di Varese – Fabio Gandini