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Vanzetto: “Ragazzi bravi a recepire il mio calcio. Sant’Agata grande società”

Ad inizio stagione era una scommessa, adesso è una certezza. Leonardo Vanzetto si è preso il Città Sant’Agata facendo entusiasmare il pubblico del “Fresina”, grazie ad un calcio fatto di intensità, ritmo e imprevedibilità, tanto da far confermare i nebroidei ad alti livelli anche quest’anno. Raccogliere l’eredità di Mimmo Giampà non era semplice e migliorare i risultati della seconda parte di stagione sembrava una missione impossibile.

Sant'Agata
Vanzetto celebra una rete con la squadra

Eppure Vanzetto ci sta riuscendo, trasmettendo ad un gruppo giovane e scanzonato non soltanto la propria idea di gioco ma anche le sue principali doti umane: la personalità e il coraggio. Due doti che hanno portato il Sant’Agata lassù in zona playoff attraverso un percorso in cui i biancoazzurri hanno sempre dimostrato un’eccellente condizione atletica, ma anche la possibilità di mandare in gol tanti elementi. Il bello e il difficile però vengono adesso: cominciare il 2023 dando continuità al 2022, chiuso con il 4-1 all’Acireale il 22 dicembre.

Vanzetto ritiene determinante l’apporto dei suoi collaboratori: “Il mio non è un lavoro solitario e mi confronto continuamente con lo staff per cercare di migliorare la qualità del lavoro. Ringrazio la società che ha permesso di ampliare ulteriormente il mio gruppo. Cercavo un’opportunità come primo allenatore e ce l’ho fatta: con la dirigenza c’è sempre stata massima sintonia sul mercato, sono stati presi giocatori funzionali al mio modo di vedere il calcio e questo è stato possibile grazie allo splendido lavoro fatto dal nostro direttore sportivo Ettore Meli”. 

Sant'Agata
Calafiore è un elemento fondamentale (foto Calogero Librizzi)

Il tecnico riconosce i meriti di un meccanismo societario ormai maturo, che nell’affrontare la rivoluzione tecnica estiva ha assecondato le idee del tecnico friulano: “Più di ogni altra cosa mi preme sottolineare come sia tutta la macchina ad aver viaggiato in modo impeccabile. Abbiamo un direttore generale che è sempre attento alle scadenze e non solo, il team manager Enzo Franchina è molto attento alle esigenze dei ragazzi, senza dimenticare altre figure come il segretario Enzo Sidoti o i magazzinieri che spesso vanno oltre il loro semplice ruolo. Qui ho trovato un ambiente che ha intrapreso un percorso di crescita due anni fa e lo sta portando avanti, dimostrando di essere all’altezza della categoria”. 

A Vanzetto il merito di incidere fin dalle prime giornate in cui il Sant’Agata ha messo in mostra un gioco entusiasmante: “Non mi aspettavo di riuscire a trasmettere fin da subito il mio modo di vedere il calcio. ma per questo vanno fatti i complimenti ai ragazzi perché per fare i movimenti che richiedo servono sia predisposizione tecnica che mentale. La continua ricerca della palla in modo aggressivo e il modo di accompagnare l’azione non è da tutti: i ragazzi invece ci hanno creduto fin dal primo giorno di lavoro insieme”. 

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Il rientrante Marcellino è uno degli acquisti invernali (foto Calogero Librizzi)

Un atteggiamento che rispecchia quello del Vanzetto atleta: “Il calcio è sempre stato il mio mondo, io ero un giocatore di temperamento, il classico mediano di sacrificio a cui piaceva stare nella metà campo avversaria. Questo lato del mio carattere ho cercato di trasmetterlo ai giocatori e lo hanno recepito. Per me non ci sono ruoli ben definiti ma ognuno deve saperli interpretare a seconda della metà campo in cui si trova e questo richiede tanto sacrificio ma ci porta anche ad attaccare in tanti e a trovare più soluzioni per andare in rete. Spesso chiedo a Cicirello di sacrificarsi in fase di copertura: mi rendo conto che richiede un certo dispendio di energie e lo apprezzo. Essendo stato giocatore comprendo anche l’importanza del riposo: una macchina non può stare sempre in moto così come i muscoli dei calciatori, che devono ritemprarsi”. 

Il bello ma anche il difficile viene adesso. Domenica al “Fresina” arriva la Sancataldese alla disperata ricerca di punti salvezza: “Ora dobbiamo dimostrare di essere bravi come ci dicono. Non siamo più una sorpresa ma tutti ci conoscono meglio e avremo l’ingrato compito di dover confermare quanto di buono fatto finora. Dovremo essere noi stessi dando qualcosa in più. Nel calcio si può sempre migliorare, non esistono squadre perfette e noi dobbiamo partire dagli errori commessi per migliorare e arrivare il più in alto possibile in classifica, senza montarci la testa, altrimenti smetteremmo di essere il Sant’Agata. Sono arrivati cinque giocatori funzionali al progetto, ci daranno una mano a crescere e raggiungere gli obiettivi”. 

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