Il settimo pareggio in dodici giornate frena la rincorsa in classifica del Messina. Il 2-2 di sabato al cospetto del Melfi, dall’andamento ben diverso rispetto al confronto con l’Aprilia, terminato con identico punteggio ma dallo stesso retrogusto amaro, ha comunque prolungato la striscia positiva dei giallorossi, giunta a cinque risultati utili consecutivi. A suon di segni “X” è però oltremodo complicato riuscire ad agganciare le posizioni di vertice, con l’ottavo posto, ultimo utile per l’agognata Lega Pro unica, distante adesso cinque lunghezze.
Per questo dare seguito al blitz di Gavorrano avrebbe avuto un peso specifico notevole. La sfida con i lucani, che fuori casa sono stati fin qui capaci di segnare ben dodici gol, tre in più di quelli complessivamente realizzati dal Messina, ha lasciato qualche “cerotto” di troppo, ma anche la consapevolezza di aver intrapreso nelle ultime settimane la strada giusta. La squadra dei 30’ iniziali, fase precedente all’ingiusta espulsione di Simonetti, naturale spartiacque dell’incontro, era stata sovente pericolosa in avanti, sfruttando la buona vena di Quintoni, apparso sempre più a suo agio con il nuovo modulo e tornato agli standard abituali per frequenza nei rifornimenti ai compagni dalla fascia, dopo essere stato lasciato in naftalina nei primi turni. Almeno tre le nitide palle gol create, due con protagonista Chiaria ed una con bel diagonale di Gherardi che si è spento di poco a lato. Il rosso estratto con eccessiva fiscalità da Marinelli di Tivoli nei confronti del centrocampista campano ha poi fatto crollare i nervi ai padroni di casa e perdere la bussola all’insufficiente direttore di gara che ha continuato ad ammonire senza soluzione di continuità (in lista, dopo Cucinotta e Chiaria anche Quintoni e Ignoffo, che chiedeva spiegazioni da capitano), allontanando per proteste il ds Ferrigno.
Nonostante l’inferiorità numerica il Messina era riuscito a sbloccare il risultato con Guerriera, bravo ad incunearsi centralmente e a sfruttare a meraviglia l’assist fornitogli da Bucolo. Uno schema, già provato in precedenti occasioni, che ha dato finalmente i suoi frutti. Il black-out, susseguente all’ingresso di Guilana per Gherardi, aveva poi consentito al Melfi di trovare in modo pressoché analogo l’uno-due con il messinese Ricciardo ed il neo entrato Cruz, entrambi abili a sfruttare dei traversoni dalla destra di Montenegro sui quali la retroguardia giallorossa si è fatta cogliere colpevolmente impreparata. Scampato il pericolo del possibile 1-3 (errore di Cruz), il Messina ha reagito con orgoglio, riuscendo almeno ad evitare un ko che avrebbe avuto il sapore della beffa grazie al guizzo di Chiaria, a segno contro la sua ex squadra e per la prima volta in questo torneo al “San Filippo”. “Bicchiere mezzo pieno” ha analizzato Catalano nel post-partita, ma le scorie, fisiche e mentali, lasciate dal match con il Melfi appaiono evidenti. Da martedì (comunque concesso un giorno supplementare di riposo ai giocatori), senza Lagomarsini e Silvestri, i quali saranno di scena a Ferrara contro la Norvegia tra le file dell’Under 20 di Lega Pro, si comincerà a pensare alla prossima trasferta di Caserta.
In terra campana mancheranno gli squalificati Ignoffo, Simonetti e Corona, cui si aggiungono gli infortunati di lungo corso Lasagna, Maiorano e Bolzan. Una situazione di piena emergenza (rientrerà il solo Ferreira) che nemmeno il terzetto di appiedati in casa Casertana (Correa, Conti e Cruciani) riesce a compensare. Il calendario, da qui al termine del girone d’andata, non aiuta – alla sfida del “Pinto” faranno seguito le gare casalinghe con le quotate Vigor Lamezia e Teramo (attuale capolista) e gli altri difficili impegni esterni di Sorrento e Martina Franca – ma il Messina non può perdere ulteriore terreno.