Il Messina sconfitto dalla Gelbison è una squadra spuntata e sfiduciata. Neppure l’illusoria vittoria con il Giugliano ha interrotto una crisi fotografata dalle sei sconfitte in otto gare ufficiali. Soltanto la presenza di altre formazioni in difficoltà, Fidelis Andria su tutte, consente di mantenere la salvezza diretta ad appena tre punti. E la sfida di martedì in Puglia, dove saranno di fronte le due peggiori difese del torneo, che viaggiano alla media di due gol incassati a partita, sa già di spareggio.
Il tecnico Gaetano Auteri, nella consueta analisi post-gara, ha mostrato tutto il suo disappunto per un Messina impotente in fase offensiva. Curiale in questo momento non è un terminale in grado di finalizzare adeguatamente e probabilmente non è neanche pronto ad un minutaggio così elevato mentre Balde, al di là dell’innegabile impegno, pur giostrando sulle due corsie, ha finito con il raccogliere più falli di sfondamento e frustrazione che sortite efficaci. La retroguardia continua a mostrare preoccupanti falle, con Ferrini apparso ancora una volta insicuro, mentre il croato Celic, tra i protagonisti dell’ultima salvezza, resta a contratto ma fuori rosa.
Anche il centrocampo ha iniziato a soffrire anche se nei primi due mesi di campionato, fin dalla gara con la Viterbese, il Messina ha spesso concesso praterie agli avversari, senza un filtro adeguato, che probabilmente ha aggravato le incertezze di una retroguardia che non ha trovato un modulo e un assetto definitivo. Infierire sui singoli protagonisti ha poco senso, soprattutto con la sessione invernale ancora lontana e ben dodici gare ancora da disputare prima dell’8 gennaio, con l’ultima sfida del 2022 calendarizzata per il 23 dicembre a Crotone.
Le cause dell’ennesima falsa partenza dell’Acr gestito per la sesta stagione dalla famiglia Sciotto partono però da lontano. Con la salvezza in cassaforte già a metà aprile e il miraggio di una schiarita societaria in tempi brevi sono stati vanificati per l’ennesima volta interi mesi utili per pianificare una ripartenza senza l’obbligo di dovere nuovamente stravolgere la rosa a campionato in corso. L’iscrizione è stata in bilico fino a 24 ore dal termine ultimo fissato dalla Lega Pro e neppure la mobilitazione che ha prodotto una raccolta crowdfunding, un migliaio di abbonamenti e gli spalti pieni come non accadeva da tempo nelle prime due uscite casalinghe è stata sufficiente per propiziare l’agognata svolta.
Anzi, dopo cinque anni di esborsi aggravati dagli stadi chiusi per Covid e dalla disaffezione inevitabile in una piazza che non conosce grandi soddisfazioni sul campo ormai da quindici anni, si è deciso di ridurre ulteriore il budget puntando sulle risorse del “minutaggio” e su giovani di belle speranze, rinunciando anche a big liberi da contratto come Piovaccari e Rizzo, allettati da offerte più sostanziose. Uno degli elementi di maggiore peso ed esperienza in rosa, Camilleri, ha firmato soltanto a fine estate, quando anche la missione milanese del presidente e del direttore sportivo Marcello Pitino ha portato in riva allo Stretto soltanto giovani di prospettiva come Iannone e non qualche atteso “fuori-quota”.
Si è puntato tutto su under di grandi vivai senza esperienze in prima squadra, su pochi superstiti dell’ultima rincorsa salvezza e su over comunque giovani ma con grande voglia di rivalsa. Le defezioni in corso d’opera di Gonçalves e Morelli hanno ridotto sensibilmente le alternative sulle corsie, originando un perenne equivoco sui moduli (il Messina ne ha cambiati tre soltanto negli ultimi novanta minuti) e soluzioni fin qui poco efficaci come il riadattamento di Konate da terzino.
A proposito di esperimenti inediti, Napoletano alla prima da titolare ha sofferto da esterno da centrocampo e potrebbe avere senso, proprio per non lasciare nulla di intentato, concedere qualche chances a chi fin qui ha visto il campo con il contagocce, come Berto in difesa, Mallamo a centrocampo e il fin qui poco incisivo Zuppel in attacco. Pesa probabilmente ancora una volta il mancato ricorso al mercato degli svincolati, a maggior ragione dopo il grave infortunio che ha messo fuori causa il promettente Piazza, una delle principali scommesse estive. Il Taranto del tanto vituperato Eziolino Capuano ha puntellato la rosa con tre innesti e si è rimesso in carreggiata. Sparare sulla Croce Rossa è semplice e serve a poco, agli sconfortanti tifosi del Messina non resta che invocare l’arrivo dei provvidenziali soccorsi.