Che quella del “Pinto” fosse una missione quasi impossibile già lo si sapeva, ma per la prima volta in stagione il Messina è andato incontro ad un vero e proprio tracollo. Eccessiva o meno, la sconfitta con cui i giallorossi hanno chiuso il 2015 è destinata a pesare nell’economia della stagione, che quasi certamente vivrà un mese di gennaio particolarmente intenso tra il campo e soprattutto un mercato che dovrebbe stravolgere il volto di una squadra che si è smarrita strada facendo. Di Napoli, nell’immediato post-partita, è stato l’emblema della chiarezza e forse è proprio questo il lato positivo di una serata in cui al Messina è girato tutto storto.
Il tecnico milanese ha svestito i panni dell’allenatore per indossare il camice da medico e tracciare una diagnosi sui mali che attanagliano la squadra. Che qualcosa nella testa e nelle gambe dei giallorossi fosse cambiato a partire dal derby con il Catania era chiaro, ma sotto un certo punto di vista il responso di Re Artù è ancora più grave, perché se le gambe non girano per via di un normale appannamento fisico che nel calcio è all’ordine del giorno è una cosa, ma perdere l’aggressività per essersi seduti sugli allori dopo l’ottimo avvio di stagione è un’altra. Di positivo c’è che si sa come e dove intervenire, si è capito quali sono i rami secchi da tagliare ed alle porte c’è una finestra di mercato che appare davvero provvidenziale per le sorti del club. Lunedì sera tutti d’un colpo sono affiorati i limiti tecnici e mentali di una squadra ormai lontana parente di quella che aveva fatto entusiasmare fino al derby, ma che al “Pinto” ha fornito su un piatto d’argento il successo ad una Casertana certamente superiore, ma che non ha dovuto faticare più di tanto per riportarsi in vetta al campionato. A complicarsi la vita ci ha pensato il Messina, anzi Berardi, che ha esagerato con le proteste, nonostante fosse già ammonito, in occasione del contestato autogol di Frabotta valso il 2-1 ai padroni di casa.
Errori che purtroppo hanno reso la vita difficile ai compagni nella gara contro la capolista e al tecnico in quella successiva, un pò come accadde in occasione dell’espulsione di Baccolo a Lecce, quando i peloritani furono costretti ad inseguire i pugliesi con un uomo in meno nell’ultima mezz’ora. Rispetto ai cartellini rossi rimediati ad inizio stagione c’è una differenza, perché se allora ci poteva essere un eccesso di foga, qui sono evidenti i segni di frustrazione di una squadra che si è scoperta fragile dopo aver creduto di essere diventata grande tutto d’un colpo. Naturalmente la classifica continua ad essere buona, la scorta di punti fatta ad inizio stagione si sta rivelando preziosa, ma non è certamente infinita e per riprendere a camminare ci vuole la cura. Il dottor Di Napoli ha già in mente quale.