Adesso è ufficiale, la Polisportiva Aretusa rinuncia alla serie C Silver. Con una lunga lettera pubblicata sul sito e sulla pagina ufficiale Facebook della società siracusana, il presidente Giuseppe Padua spiega i motivi di questa dolorosa, ma inevitabile, rinuncia che mortifica una piazza calorosa che ha seguito con grande entusiasmo il percorso dei biancoverdi in questi ultimi quattro anni. Di seguito la lettera del presidente artuseo:
“Alle volte vorremmo non fare delle scelte ma purtroppo siamo costretti a farle, ecco questa è una di quelle che non avremmo mai voluto fare, dopo alcuni anni di grande vitalità e competitività, dover comunicare la decisione presa dal gruppo dirigenziale della A.D. Polisportiva Aretusa, di rinunciare al prossimo campionato di serie C Silver 17/18, è tutt’altro che facile.
Al termine dell’ultima gara dei playoff della scorsa stagione sportiva, tanti amici ci hanno ringraziato perché “si erano divertiti”, magnificando il lavoro svolto da tutti i dirigenti ed appassionati dell’Aretusa, che avevano messo gli atleti e lo staff tecnico in condizioni di dare il loro massimo in tutte le gare del campionato.
Inutile dire che tutto questo è costato un prezzo in termini economici ed organizzativi, come tutti gli spettacoli lo spettatore alla fine dello rappresentazione applaude gli attori per la loro performance, ma solo chi è dietro le quinte sa quanta fatica ha dovuto fare per permettere agli attori di raggiungere quel risultato.
Dalla vittoria del campionato di serie C2 e della coppa Sicilia, al 6° posto del campionato di serie DNC, al 4° posto di due anni fa sino al 3° posto della appena terminata stagione sportiva, la nostra società ha sempre allestito squadre di altissimo livello, facendo sacrifici ma non venendo mai meno alla parola data con i giocatori, con lo staff tecnico e lo staff medico, abbiamo fatto quanto era nelle nostre corde e con l’oculata gestione “del buon padre di famiglia” anche un po’ di più di quello che le nostre risorse ci permettevano di fare.
Abbiamo fatto scelte difficili, come per esempio mettere un biglietto d’ingresso (prima società a Siracusa, a parte alcune società di calcio, ad aver percorso questa difficile strada), rivelatasi una scommessa vinta in quanto la maggioranza dei nostri tifosi ha capito il senso di quella scelta, ma vi assicuro che abbiamo discusso molto prima di avviare la campagna abbonamenti, e prima di prendere questa decisione abbiamo messo in piedi un roster che valesse il costo del biglietto, e gli stranieri (Smith, Robinson lo scorso anno, Ditrapano, Vujivic e Tolliver quest’anno) erano parte integrante di questo percorso.
Purtroppo non siamo riusciti nel passaggio più importante, riuscire a coinvolgere l’imprenditoria di Siracusa. Colpa nostra o della reticenza degli imprenditori a volersi esporre non lo so, so solo che non riuscendo a trovare degli sponsor adeguati è impossibile poter allestire un roster di qualità.
E’ vero avremmo potuto partecipare al campionato solo con le forze locali e quindi con un gruppo di atleti ridotto all’osso, facendo fare doppio e triplo lavoro a giocatori non più giovanissimi con il rischio di infortuni, ma alla fine abbiamo scartato questa possibilità, avremmo rischiato di vanificare quanto di bello ed importante avevamo fatto i questi anni.
Adesso ripartiamo da Paolo Marletta, con il quale di comune accordo abbiamo deciso di andare avanti per i prossimi 3 anni, il quale, oltre ad essere il responsabile della prima squadra (promozione o richiedere di partecipare al campionato di serie D ancora non è stato deciso) e della scuola basket, allenerà anche due squadre giovanili.
E’ il segnale che la nostra società non smobilita, anzi, sarà concentrata molto di più sulla scuola minibasket e basket avviando alcuni progetti che erano nel cassetto da un po’ di tempo.
Un sincero ringraziamento va a tutti i nostri tifosi per l’affetto che ci hanno sempre dimostrato, a loro diciamo che questo è un arrivederci, con l’obiettivo di poter rafforzare la società dal punto di vista societario ed economico per poi riprendere da dove abbiamo lasciato.
Il Presidente
(Giuseppe Padua)