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Messina

Tra patti di riservatezza e acquirenti nascosti il futuro resta da scrivere

La sottoscrizione di un secondo patto di riservatezza ha fatto calare il silenzio sulle trattative volte all’eventuale passaggio di mano del Messina. Il weekend lungo festivo ha peraltro congelato il lavoro dei relativi consulenti, a cui i due gruppi interessati all’acquisto del club hanno affidato l’analisi dei documenti contabili trasmessi loro dall’attuale proprietà. Nel frattempo filtrano tante indiscrezioni e altrettante rassicurazioni sulla solidità economica di chi ha manifestato il suo interesse per l’Acr, ma di fatto vi sono pochissime certezze.

Pietro Sciotto
Il presidente del Messina Pietro Sciotto (foto WeSport Antonio Caroè)

Il presidente Pietro Sciotto, dopo sei anni di gestione, una promozione in C e due sofferte salvezze tra i professionisti, ha chiarito che è pronto a passare la mano. Con due, legittime, condizioni: lascerà soltanto se chi acquista gli riconoscerà una parziale buonuscita (“in grado di coprire un decimo di quanto ho investito” disse il massimo dirigente all’indomani della vittoria con la Gelbison) e soprattutto garantirà un futuro adeguato, con l’obiettivo minimo di militare dignitosamente in Lega Pro e sognare poi traguardi più ambiziosi.

Chi si candida a subentrare dovrà infatti essere in grado di onorare gli impegni economici minimi, come la fideiussione a garanzia dei successivi esborsi. Manuele Ilari e il socio che dovrebbe affiancarlo sembravano già pronti al closing ma hanno chiesto tempo per definire l’offerta definitiva a Sciotto. L’imprenditore romano ha tentato invano l’assalto al Catania, poi rilevato dall’australiano Ross Pelligra, e prova a rifarsi.

Fabrizio Mannino
L’unica esperienza nel calcio di Fabrizio Mannino nel Torpedo Kutaisi in Georgia

Non si sa nulla neppure sui partner che dovrebbero affiancare Fabrizio Mannino. L’investitore siciliano vanta soltanto la fugace esperienza nella lontana Georgia, alla guida del Torpedo Kutaisi, in piena pandemia, conclusasi dopo meno di un anno di gestione.

Di certo al centro della trattativa non dovrebbero più esserci le concessioni pluriennali degli impianti. Che indubbiamente sono l’obiettivo di una proprietà ambiziosa e non a caso rappresentarono il punto di non ritorno per la famiglia Franza, dopo l’estasi della serie A, che è stata il prologo a quindici anni terribili tra D e C. Ma è altrettanto evidente che la questione non può essere definita in pochi giorni e mentre si tratta un cambio di proprietà.

Camaro
L’area ristoro realizzata a Bisconte a bordo campo dal Camaro

Tanto più che appare impensabile un affidamento diretto e a titolo gratuito a chi non ha ancora investito sul territorio, a maggior ragione dopo anni complicati e con un contenzioso ancora in atto con il Fc Messina di Rocco Arena, che si è rivolto alla giustizia amministrativa dopo la bocciatura del bando europeo che nelle intenzioni dell’ex sindaco Cateno De Luca doveva riscrivere il futuro del calcio cittadino. Per “Franco Scoglio”, “Celeste” e “PalaRescifina” si dovrà passare insomma dal consiglio comunale.

I legali di Mannino hanno (giustamente) richiesto garanzie anche su un possibile campo di allenamento per la prima squadra, che nel corso della gestione Sciotto è spesso emigrata in provincia quando la struttura di via Oreto non era disponibile. E in tal senso basti pensare a “L’Ambiente Stadium” di Bisconte, affidato sì per quindici anni al Camaro, ma soltanto dopo un bando pubblico e con utenze a carico del club, che ha effettuato consistenti interventi migliorativi a proprie spese, realizzando un manto erboso in sintetico di ultima generazione, un ristorante che si affaccia sul campo e ristrutturando uffici e spogliatoi.

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