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Torrenova, Frenis: “Vogliamo salvarci. Composizione dei gironi scellerata e suicida”

Il general manager delle aquile Antonio Frenis ritorna sul dibattuto tema dell’inserimento del club nel raggruppamento nord: “Compiuto l’ennesimo miracolo, adesso vogliamo salvarci nuovamente”.

Condello
Il tecnico Condello firma il contratto con Torrenova

Dopo tanti mesi di pausa, sta per riprendere il lavoro sul campo della Cestistica Torrenovese. Un campionato, quello di Serie B 2020-2021, che si preannuncia ancora più arduo del precedente. Senza tante certezze sulla prossima stagione sportiva dovute all’emergenza Covid, infatti, tantissimi partner non hanno confermato il proprio apporto per la prossima stagione, e sono molti i casi di società che hanno fatto un passo indietro. Ad analizzare il momento è il General Manager delle Aquile, Antonio Frenis.

«È stato un periodo difficilissimo per tutti. Abbiamo affrontato una gravissima emergenza sanitaria con pochi precedenti storici ed un virus nuovo con cui stiamo purtroppo imparando a convivere. Dal punto di vista sportivo, abbiamo fatto grandi sforzi societari per confermare la Serie B a Torrenova, un paesino di 4000 anime, con la speranza che anche le istituzioni sportive potessero venirci incontro. Beh, diciamo che se è questo il modo di farlo, abbiamo imparato poco dalle difficoltà che tantissime squadre hanno avuto. Le istituzioni che hanno preso queste decisioni dovranno eventualmente prendersi le responsabilità delle ripercussioni».

Antonio Frenis e Santiago Boffelli
Antonio Frenis e Santiago Boffelli

Cosa intende? «Che vorremmo sapere cosa ne pensa la politica, non quella dello sport, di alcune scelte suicide e scellerate. Vorremmo risposte sulla base sociale, dove “evitare i contatti” è importante ma poi raggiungere la Lombardia e l’Emilia Romagna tramite aeroporti ogni due settimane sarà normalità. Che ne pensa chi sta disciplinando e regolamentando la crisi COVID-19: è ponderata o folle? Prima di tutto il buon senso, ma anche e soprattutto le disposizioni statali suggerivano una composizione dei gironi basata, mai come nella prossima stagione, sulla vicinanza territoriale tra le varie regioni, evitando lunghi viaggi e rischi di contagio a distanza di migliaia di chilometri, oltre che – ovviamente – spese ingenti per società che fino a qualche settimana fa nel post lockdown non erano sicure di potersi iscriversi».

Negli ultimi giorni si sono susseguite diverse polemiche riguardo la composizione dei Gironi del campionato di Serie B 2020/2021. Ritiene anche lei che si sarebbe potuto fare meglio? «Senza alcun dubbio. L’irragionevolezza della composizione dei gironi, secondo me, è evidenziata anche da alcune scelte che definirei bizzarre: ad esempio, Ozzano e Bologna, nonostante distino 12 km, sono in due gironi diversi, noi faremo quasi 33 mila chilometri, Palermo quasi 36 mila, Bologna ne farà quasi 15 mila ed Ozzano meno di 6 mila. Non capisco dunque, a maggior ragione tenendo conto della situazione di emergenza che stiamo vivendo, come non sia stata adottata la soluzione più semplice, con squadre delle varie regioni contigue tra loro che si sarebbero sfidate solo in un’ipotetica fase magari in campo neutro. C’è una media chilometri per squadra incredibilmente sproporzionata. Nel nostro girone ci saranno quasi 19 mila km a squadra da percorrere, negli altri 3 una media di 8 mila. Credo che il principio di contiguità non sia stato nemmeno preso in considerazione».

Torrenova
La Cestistica Torrenovese celebra un successo

Che campionato si aspetta? «Una Serie B in cui il nostro obiettivo è la salvezza. Dopo aver salutato coach Trullo, a cui diamo il nostro grossissimo in bocca al lupo, abbiamo puntato su Peppe Condello, allenatore dalla grande esperienza in questi campionati che siamo sicuri farà bene. Costruiremo una squadra che lotterà su ogni campo – ad oggi – del Nord Italia provando a fare di Torrenova una “Cenerentola” che nessuno vuole affrontare. Raggiungere la salvezza il primo possibile è il nostro grande obiettivo, speriamo però prima di tutto di ripartire in sicurezza e con i palazzetti pieni nel limite del possibile».

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