Il direttore sportivo Ettore Meli lascia l'Acireale (foto Calogero Librizzi)
Ettore Meli e Michele Facciolo, tra i principali artefici del “miracolo” Sant’Agata, hanno già chiuso la loro avventura all’Acireale. L’annuncio, a sorpresa, è arrivato con una nota stampa, indirizzata sia al club che ai giornalisti, che riportiamo di seguito.
“Spettabile Società, come preannunciato informalmente, comunico e formalizzo che da oggi non sono più il direttore sportivo dell’Acireale e che Michele Facciolo non è più l’allenatore. Purtroppo sopraggiunti contrasti e differenze di vedute hanno determinato l’impossibilità di continuare con serenità e piena fiducia il mandato conferitoci”.
Di seguito le condizioni espresse da Ettore Meli: “In questo breve periodo ho avuto il piacere di conoscere e frequentare il presidente Enrico Strano, persona eccezionale, veramente per bene e dal grande spessore umano, che ha fatto tanto per me e per l’Acireale, sempre in silenzio e con grande rispetto verso tutto e tutti, che alla fine è andato ko per sfinimento.
Mi devo scusare con il vostro Capitano Peppe Savanarola, che mi era stato descritto come “il lupo cattivo” (cosa a cui all’inizio avevo anche creduto), invece si è dimostrato una persona che pensa solo al bene della squadra e della città e vederlo piangere a dirotto quella sera mi ha veramente toccato e se ce un grande rimpianto è quello di non averlo chiamato prima.
Un saluto a tutti i veri tifosi dell’Acireale, quei tifosi che vogliono solo il bene della squadra e con cui avrei voluto festeggiare dopo le vittorie e soffrire dopo le sconfitte. Un saluto al dg Pasquale Leonardo, che mi ha scelto, e al dirigente Alessandro Trovato. Mi sia consentito sotto il profilo meramente sportivo, una considerazione: il mio modo di intendere il calcio è fatto di armonia, disciplina, lavoro di gruppo, spirito di sacrificio, unità di intenti e soprattutto meritocrazia.
Quest’ultima parola per qualcuno ha un significato ambiguo, per me invece è molto chiaro. Mi è anche stato rimproverato che Acireale non è Sant’Agata. Io rispondo che il calcio è uguale dappertutto e che il modo per farlo è uno solo: c’è un allenatore che allena e che decide chi scende in campo, chi subentra e chi va in tribuna, assumendosi le proprie responsabilità e se i risultati non arrivano viene mandato a casa insieme al ds.
Ci ho messo tutto me stesso con grande voglia e passione, sicuramente avrò commesso qualche errore ma ho sempre cercato di pensare e lavorare per far crescere e migliorare. Non volendomi dilungare vorrei concludere dicendo che spero (nella vita mai dire mai) il mio sia un arrivederci augurando a tutti, ma veramente a tutti, le migliori fortune e infine lasciarvi con una frase del grande Julio Velasco: “I giovani di oggi non sono diversi da quelli di prima, ma sono i genitori diversi dalle precedenti generazioni”.
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