Non conosce fine la querelle che vede protagoniste la Vibonese, la Lega Pro e il “vecchio” ACR Messina. Un precedente ricorso era stato presentato al Tar della Toscana, che si era dichiarato incompetente. Il Tribunale Amministrativo del Lazio ha accolto invece l’istanza della società calabrese e con un’ordinanza ha fissato per il prossimo 10 aprile la camera di consiglio per la definizione della questione. Oggetto del contendere la discussa fideiussione presentata dalla società di Franco Proto a garanzia di impegni economici che peraltro non sono poi stati onorati. Il ricorso è il numero 12.801 del 2017, proposto dall’US Vibonese, rappresentata dagli avvocati Federica Ferrari e Gabriele Cacciotti, avverso la Lega Pro, rappresentata dall’avvocato Lorenzo Lentini e l’A.C.R. Messina S.r.l., che comunque non si è costituito in giudizio.
L’1 luglio scorso la Vibonese presentò un’istanza di accesso agli atti, ma la Lega si oppose “all’ordine di esibizione dei documenti ex art. 116, comma 4, cpa”. Il 27 febbraio a Roma si è tenuta una camera di consiglio, presieduta da Germana Panzironi. Alessandro Tomassetti e Rita Tricarico i consiglieri. La Vibonese aveva chiesto in pratica di poter visionare “la fidejussione relativa alla stagione sportiva 2016/2017 dell’A.C.R. Messina, e tutta la relativa corrispondenza trasmessa dalla Lega al Club relativamente alla sostituzione della fideiussione richiesta” ed “anche la documentazione degli altri Club militanti nel girone C della Lega Pro”.
La Figc lo scorso 16 giugno aveva precisato che la documentazione in questione non era “depositata presso gli uffici della Federazione”, mentre la Lega Pro negò l’accesso agli atti, assumendo che, essendo un’associazione non riconosciuta di diritto privato, non sarebbe stata “sottoposta alla normativa applicabile ai soli enti pubblici”.
Di diverso avviso il Tar, secondo il quale “le Federazioni sportive svolgono anche attività aventi valenza pubblicistica, tra cui si annoverano espressamente quelle relative all’ammissione e all’affiliazione di società, di associazioni sportive e di singoli tesserati ed alla revoca a qualsiasi titolo e alla modificazione dei provvedimenti di ammissione o di affiliazione e le Leghe sono articolazioni della Federazione Italiana Giuoco Calcio”.
Anche la Lega presieduta da Gabriele Gravina – si legge nell’ordinanza – deve quindi essere “sottoposta alla disciplina in materia di accesso documentale”. Riconosciuto quindi l’interesse “diretto, concreto e attuale” della Vibonese, retrocessa solo a seguito dei play-out, dopo essersi posizionata al 17° posto nel proprio girone, che potrà visionare la documentazione “da cui possa eventualmente desumersi l’assenza di garanzie idonee per partecipare e per terminare il Campionato in capo anche solo ad una delle Società militanti nel girone ‘C’ del campionato di Lega Pro nella stagione 2016-2017”.
Per il Tar è quindi necessario “disporre l’integrazione del contraddittorio nei confronti delle altre Società” in questione, “che rivestono la qualifica di controinteressati”. La camera di consiglio è stata fissata per il prossimo 10 aprile. L’auspicio è che, a distanza di quasi un anno, possa scriversi la parola fine sulla paradossale vicenda.