Ad Acicatena per ritrovare quella continuità che sembra perduta ma anche per rafforzare la zona playoff. Il Città di Taormina ha finalmente svolto un’intera settimana di allenamenti, fattore quasi dimenticato in casa biancoazzurra, perché tra recuperi di campionato e impegni di Coppa Italia, nelle ultime settimane la squadra di Peppe Furnari ha dovuto fare i conti con un autentico tour de force. Mai, infatti, da quando siede sulla panchina taorminese, l’ex tecnico di Città di Messina e Igea aveva avuto più di tre giorni per preparare il match successivo. A difendere la porta biancoazzurra ci sarà il confermatissimo Umberto Cirnigliaro, che in questa stagione si sta rivelando un vero e proprio valore aggiunto.
Il rigore parato contro il Palazzolo nell’ultimo turno è soltanto l’ultimo intervento determinante dell’estremo difensore: “Quello che mi rende ancora più felice è che il mio intervento ci ha permesso di chiudere il primo tempo avanti 1-0. I miei compagni sono entrati in campo ancora più convinti e infatti poi è arrivato il raddoppio. Nel finale abbiamo sofferto, perché dopo il 2-1 sono affiorati un po’ i fantasmi di Viagrande. Non è stato un problema tecnico o fisico ma mentale: quando subisci una rimonta e la settimana dopo ti trovi in una situazione simile viene un po’ di paura, ma è normale”.
Per Cirnigliaro Furnari rappresenta il tecnico ideale per le ambizioni della società biancoazzurra: “È una brava persona, ma soprattutto è un tecnico molto preparato e con grande esperienza. Parla molto con i giocatori: sa trasmettere la sua idea di calcio in modo chiaro e mettere a proprio agio i giocatori con molta tranquillità. La società si è affidata a lui e ha fatto bene, conosce benissimo questa categoria e sa lavorare in questi ambienti. Non ha mai avuto una settimana a disposizione per preparare la partita domenicale, nonostante ciò non ha mai cercato alibi e non ce ne ha concessi. Giocare ogni tre giorni non è facile: da un punto di vista psicofisico è molto dispendioso, alla lunga il carburante ti viene a mancare”.
Cirnigliaro rivolge uno sguardo al passato, quando da terzo portiere del Catania in massima serie sembrava destinato a una carriera ben sopra il dilettantismo. Ma adesso Taormina per lui rappresenta una grande sfida: “Anche se ero molto giovane ho assaporato il calcio ad alti livelli, ho avuto la fortuna di essere presente durante gli allenamenti di tecnici come Montella e Mihajlović, poi però a fare la differenza molto spesso sono fattori extracalcistici. Qualche rimpianto ce l’ho, com’è normale che sia, ma calcisticamente parlando la mia sfida presente si chiama Taormina. Ero già venuto qua e non era andata molto bene, la società mi ha dato una seconda possibilità e mi sto togliendo delle soddisfazioni: sto dimostrando il mio reale valore e lo sto mettendo al servizio della squadra”.
Momento importante anche dal punto di vista umano, perché per Cirnigliaro c’è profumo di fiori d’arancio: “La scorsa settimana ho chiesto alla mia ragazza di sposarmi il giorno della sua laurea e lei mi ha detto sì. Ha sempre creduto in me, è la mia prima tifosa, la nostra storia è nata nel 2008 tra i banchi di scuola e inizieremo un ulteriore percorso insieme come marito e moglie”.