16.7 C
Messina

Sullo: “Al Celeste imbattuti per anni. La caduta non cancella la promozione”

Il 2004, la cavalcata trionfale, Messina-Como, la gioia della promozione in Serie A vissuta con la fascia di capitano al braccio. Uno degli uomini simbolo di quella squadra, Sasà Sullo, intervenuto nello speciale di Tcf dedicato al ventennale dell’evento, ha sfogliato l’album dei ricordi, ripercorrendo le fasi che hanno portato ai festeggiamenti: “Mi ricordo specialmente della settimana pre-Ascoli, molto particolare e pesante, lì c’era tutto in ballo in termini di classifica”. Il Messina perse 2-1 al “Del Duca”, ma i risultati degli altri campi furono favorevoli: “Dopo la sconfitta della Fiorentina a Catania avremmo dovuto affrontare il Como, dunque aspettavamo soltanto il momento di sancire la vittoria perché in fondo avevamo già vinto e si trattò in pratica di un conto alla rovescia”. 

Parisi e Sullo
Alessandro Parisi e Sasà Sullo di nuovo insieme a Messina

Rivedendo le immagini l’atmosfera allo stadio di quel 5 giugno lo fa emozionare ancora oggi: “Quella sera eravamo belli carichi. Dallo spogliatoio sentivo quello c’era fuori sugli spalti, sono cose che ti aiutano. Per tre anni non abbiamo perso al “Celeste”, un motivo ci sarà stato. I tifosi del Messina sono stati grandi e importanti anche al San Filippo, ma al Celeste vi era un connubio tra squadra e tifosi unico ed era difficile per gli altri”. 

Dopo aver già firmato la promozione in B segnando il rigore contro il Catania, il sogno chiamato Serie A si avverò per lui a 33 anni. “La Serie A era per me il coronamento di un sogno. Avevo iniziato a Napoli da bambino, sognando un giorno di arrivarci e quella sera mi rendevo conto di avercela fatta. Speravo di poter esaudire il mio desiderio la stagione successiva, che alla fine non mi sono goduto fino in fondo perché il destino ci mise lo zampino”. 

Messina 2000-2001
Il tifo del “Celeste” trascinava il Messina alle promozioni

Sul rapporto con il presidente Pietro Franza, ospite in studio, lasciandosi poi andare ad una considerazione amara: “Ho avuto con lui un rapporto non da coetaneo ma da giocatore-presidente. Non conta l’età ma le idee e quello che si fa per ottenere qualcosa. Si è vista una crescita clamorosa, fuori dal comune per una realtà come Messina, poi ci sono state le difficoltà e si è cancellato tutto quello che è stato fatto, questo mi rattrista. Pietro Franza era una persona giovane che ha raggiunto un sogno attraverso il lavoro, l’aiuto dei giocatori e dell’ambiente. Essendo arrivati al vertice qualunque caduta non può mai essere equiparata a quanto è stato fatto. Messina è una città che dimentica troppo in fretta”.

Sullo ha poi aggiunto ulteriori dettagli legati alla vigilia del match promozione con il Como nell’intervista rilasciata a Rtp: “Eravamo un bel gruppo, non passavamo i ritiri come accade adesso davanti agli schermi dei computer, ma andando l’uno nelle stanze dell’altro. Quella notte giravamo in tanti. Per quanto giocassimo col Como che era già retrocesso e tutto sembrava poterci portare alla vittoria, quando sei lì all’ultimo chilometro qualche paura ti viene. Ricordo il percorso che abbiamo fatto per arrivare al Celeste, con una marea di gente in strada. Una volta giunti allo stadio era già stracolmo, con una miriade di bandiere giallorosse”.

Sasà Sullo
Sasà Sullo in panchina a Vibo con il Messina (foto Paolo Furrer)

Curioso il siparietto con l’arbitro Pierluigi Collina: “Mi chiese la maglia e io gli risposi che gliela avrei data in cambio della sua. Era il miglior arbitro italiano. Tante maglie ormai le ho regalate, ne ho poche, ma quella la conservo ancora oggi”.

L’ingaggio di Arturo Di Napoli, bomber da 19 gol, fu decisivo per la scalata: “Pensare che fosse svincolato era qualcosa di incredibile, complimenti ai direttori sportivi delle altre squadre. Quando arrivò a Messina si vide subito che era di un’altra categoria dal punto di vista tecnico e fisico. Arturo ci ha dato quella svolta in termini di qualità, al di là del suo carisma”.

BREVI

Calcio - Lega Pro

POTRESTI ESSERTI PERSO