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Sulla maglia del Messina un messaggio a favore della donazione degli organi

Un bellissimo gesto, che non poteva passare inosservato. Al “Vigorito” di Benevento il Messina era ancora una volta in campo senza un main sponsor sulla maglia, anche se in tal senso novità rilevanti sono attese già nelle prossime ore. Il presidente Natale Stracuzzi, che non ha seguito la squadra in Campania ma è rimasto in città per celebrare un matrimonio, in quando ministro di culto evangelico, ha voluto infatti lanciare un messaggio dalla forte valenza simbolica, sfruttando la visibilità garantita da “Sportube”.

Il logo dell'associazione messinese
Il logo dell’associazione messinese “Donare è Vita”

Che in realtà non ha mai inquadrato da vicino la divisa del Messina. Un peccato, perché sulle maglie di Cocuzza e compagni compariva il seguente annuncio, poi catturato dai fotografi posizionati a bordo campo: “Donare gli organi per regalare la vita”. Che campeggiava peraltro sotto il celebre dito di Dio che tocca l’uomo, reso immortale dalla raffigurazione nella “Creazione di Adamo” di Michelangelo Buonarroti sulla volta della Cappella Sistina. Un messaggio volto a sostenere l’Associazione messinese “Donare è Vita” – Corrado Lazzara Onlus, il cui nome era presente sempre sul petto della divisa biancoscudata.

Il saluto tra i capitani Lucioni e Cocuzza (foto Armando Russo)
Per il Messina a Benevento un pareggio sul campo ed una grande vittoria, con la scelta di sposare la solidarietà con un inedito messaggio sulla maglia

L’inedito accoppiamento con una squadra di calcio è utilissimo per ricordare ad un’ampia e spesso disattenta platea quanto è importante una pratica ancora non sufficientemente diffusa. Al di là del pareggio che vale oro per la classifica, l’ACR ha conquistato insomma la vittoria più bella con questo gesto improntato alla solidarietà. Le finalità per la quali la Onlus è stata fondata sono descritte al meglio direttamente sul portale ufficiale e noi le riportiamo di seguito: “Donare è vita” nasce con la testa, ma soprattutto con il “cuore” rivolto a chi la sua vita l’ha persa, ma ha saputo renderla preziosa donando una parte di sé. Gaetano Alessandro fino al sei maggio viveva con un cuore artificiale, perché il suo ormai da tempo aveva smesso di funzionare. Alla sofferenza e al dolore si unisce però presto la speranza che improvvisamente si riaccende, trasformando una vita che adesso è di nuovo normale grazie a un grande cuore nuovo che batte dentro di lui. Grandi sono anche i progetti che l’associazione si propone di portare avanti, per dare voce ai pazienti trapiantati e non solo; dare supporto e sostegno alle famiglie dei donatori, promuovere e organizzare incontri ed eventi volti a sensibilizzare l’opinione pubblica. Ricordate sempre: “Donare gli organi significa dare un senso alla morte”.

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