Il dirigente accompagnatore dell’Acr Messina sarà Giovanni Sulfaro, che ha dedicato gran parte della sua vita ai colori giallorossi. È una delle sei figure che confluiscono nella società di Sciotto, dopo l’accordo siglato con il Camaro, al quale è stato legato per tre anni, festeggiando anche la promozione in Eccellenza.
Adesso il ritorno in D: “Mi fa piacere poter essere utile alla causa e sono contento di tornare a far parte del Messina. L’anno scorso siamo stati campioni d’inverno con il Camaro. Tre squadre cittadine in D sarebbero state troppe, forse lo sono anche le attuali due…”.
Sulfaro è un fiume in piena ma il primo ricordo è legato all’inizio della scalata, in Eccellenza: “Il successo in rimonta della Peloro con il Belpasso per me è stata un’emozione spaventosa, pareggiata forse soltanto dalla serie A. Perdevamo in casa e avevamo sbagliato due rigori. Vincendo tredici gare consecutive abbiamo scavalcato il Giarre e raggiunto il Vittoria, recuperando un distacco di nove punti. Poi il trionfo nello spareggio ha rappresentato la prima di tantissime gioie”.
Da dirigente è stato testimone di un altro calcio: “Anche in occasione del recente triennio di A la formazione si scriveva ancora a penna. E io riportavo sempre l’intera dicitura, perché avevo iniziato quell’avventura proprio con la Peloro. Ho conservato tante formazioni e vissuto momenti indimenticabili, come la promozione dall’Interregionale alla C2”.
Nel rinnovato Acr, ritrova un vecchio compagno di avventure: “Ho una copia di tutti i cartellini dei giocatori, anche quello di Obbedio. Gli ho già detto che presto glielo consegnerò, considerando che lo ritrovo come ds. Antonio peraltro mi intervistò nel corso della diretta su Rtp, dopo la vittoria con il Catania che ci ha dato la B”.
Sulfaro ha conservato tanti cimeli: “Ho anche quelli di tutti gli allenatori, da Ventura a Cavasin. Forse ne ho strappato soltanto uno, perché con un tecnico non andavo d’accordo… Ero in campo anche a Milano, quando abbiamo vinto a San Siro. Mi sono seduto nella panchina di Carletto Ancelotti e Paolo Furrer mi ha scattato una foto ricordo”.
Tantissimi i protagonisti con cui è rimasto in contatto: “La settimana scorsa ho sentito Nicola Salerno. Lui è in Inghilterra, al Watford, e si informa sempre sulle sorti del Messina. Gli manca un po’ la nostra cucina. Ciccio La Rosa è un altro fratello. Presto ci rivedremo, anche con Sergio Magazzù. Ho un grande legame con Alessandro Bertoni e Bortolo Mutti”.
Di professione fa l’orologiaio, “sempre nello stesso negozio di via Tommaso Cannizzaro, dove mi hanno portato la prima volta nel 1952, quando avevo appena sei anni”. E ci sono ricordi legati proprio alle lancette: “Emanuele Manitta lo vedo spesso, perché ha ancora un orologio a corda, che ha bisogno di manutenzione. Quattro protagonisti della promozione in A li ho portati invece a Como, da un rivenditore, da cui hanno acquistato a un ottimo prezzo dei Rolex Daytona d’oro…”.
Tanti aneddoti, ma anche ricordi brutti: “È stato terribile vedere Obbedio con la testa rotta dopo uno scontro al “Cibali”, che lo ha costretto ad operarsi, o Mimmo Giampà con la gamba distrutta, suturata con 147 punti. Sono stato il primo a soccorrerlo con il dottore Ricciardi e il massaggiatore Cutroneo”.
Il calcio per la verità è arrivato dopo i palazzetti. Sulfaro ha iniziato la carriera da dirigente nel futsal: “Avevo una squadra di calcio a cinque, con cui ho vinto un campionato. In estate organizzavamo dei tornei e coinvolsi anche Curcio e Bellopede. Poi un giorno mi ha chiamato il cavaliere Crupi, per dirmi che aveva comprato il Villafranca. Sono andato a trovarlo, non sapendo che da lì sarei arrivato fino alla serie A”.
Nel rinnovato Acr ritrova volti noti e il tifo organizzato: “Ho rivisto alcuni capi club, sperano possa rappresentare di nuovo un portafortuna. Ritrovo D’Arrigo e Rando, che mi hanno accolto bene nel Camaro. Con Pasquale ero anche nel Città di Messina. Sciotto? Non lo conosco personalmente, ma lo incrocerò presto. E grazie al ritiro precampionato tornerò a Chianciano, dove sono stato un weekend con Ciccio La Rosa, per preparare un match di Coppa Italia. Ma non mi chiedete quale. Ho assistito a troppe partite, per ricordarle proprio tutte…”.