Il 105/o Giro d’Italia di ciclismo ripartirà martedì da Salò (Brescia) e, dopo 202 chilometri, raggiungerà Aprica (Sondrio), non prima di avere disseminato sudore, fatica e sofferenza lungo il percorso. La sfida che verrà, per i corridori, avrà un impatto micidiale, soprattutto perché arriva dopo il giorno di riposo. Il perché è molto semplice: ci sarà da scalare il meglio del peggio del 2022, ossia il Mortirolo. Non una vetta qualsiasi.
Il cammino verso Verona, dopo il terzo e ultimo giorno di riposo, riprenderà con una tappa da cinque stelle, di quelle che agitano il sonno. Gli organizzatori, infatti, oltre al Mortirolo, hanno inserito due vette assai dure, per dare forma al più classico dei tracciati alpini. La 16/a frazione proporrà un dislivello di 5.000 metri, con la corsa che comincerà a inerpicarsi già in partenza, nella Valsabbia, da dove i corridori raggiungeranno la prima asperità del Goletto di Cadino, dopo una salita di circa 30 chilometri, che si concluderà a quasi 2.000 metri. Seguirà la discesa in Val Camonica e la risalita fino a Edolo.
Quindi, il terribile Passo del Mortirolo, che verrà scalato dal versante di Monno, su una strada che, a 3 chilometri dell’agognata vetta, diventa stretta e molto, molto ripida. Si arriverà a 1.854 metri, dopo 12,6 km di salita, con un dislivello di 962 metri e una pendenza media del 7,6%. La discesa su Grosio sarà molto impegnativa, anche in questo caso con una strada stretta e in alcuni punti molto ripida. Dopo il tratto pianeggiante, i corridori affronteranno la salita di Teglio (con tratti oltre il 15%) e la successiva discesa su Tresenda, quindi affronteranno la salita finale del Valico di Santa Cristina. L’ecuadoriano Richard Carapaz si presenta al via da leader, con un vantaggio di 7″ sull’australiano Jai Hindley e 30″ sul ‘regolarista’ portoghese Joao Almeida.
Lo spagnolo Mikel Landa è quarto a 59″, Domenico Pozzovivo resiste a 1’01”. Può ancora una volta accadere di tutto. Carapaz sarà chiamato a resistere agli attacchi della concorrenza e si dice pronto a dare battaglia. Forse la tappa non rivelerà il nome di chi è destinato a vincere il Giro, ma di certo svelerà chi lo ha già perso. Atteso anche Giulio Ciccone, che il 28 maggio 2019 domò proprio il Mortirolo, affrontato sempre dal versante di Edolo, da dove si tuffò fino all’arrivo di Ponte di Legno. Fu una giornata da tregenda, fra nevischio, gelo e battaglia a colpi di pedale. Carapaz riuscì a resistere assieme a Vincenzo Nibali e sarà chiamato al bis; questa volta dovrà farlo da leader vero, non da outsider.