Non poteva non avere ripercussioni lo scoppiettante epilogo del mercato invernale, che ha riservato colpi di scena a ripetizione. Il Messina è riuscito a definire tre operazioni in entrata, due legate alla cessione di Pozzebon, e a sfoltire la rosa, ridotta adesso a circa 25 unità, anche se almeno altri quattro giovani (i nuovi Rota, Ventola e i reduci Bossa e Maniscalchi) faranno la spola con la “Berretti”.
Ma in canna sono rimasti altri potenziali colpi di mercato e in bilancio almeno due pesanti ingaggi che il club avrebbe volentieri smaltito. Il ds Leonardo, il tecnico Lucarelli, il neo ad Gugliotta da Messina, e il dg in pectore Vottari, uomo di fiducia del potenziale gruppo acquirente che fa riferimento a Gerace e Marcianò, presente a Milano, avevano infatti pianificato svariate operazioni.
Erano stati raggiunti gli accordi di massima con le società di appartenenza e i rispettivi procuratori, ma sono poi sfumati i possibili arrivi di Faiello dal Crotone (che ha già traghettato in Sicilia i promettenti Foresta e Bruno), di De Falco dal Benevento, di Lo Sicco dal Taranto (in cambio dei cartellini di Musacci ed Akrapovic) e dell’ex Orlando dalla Casertana. Radio-mercato racconta inoltre che in uscita erano state avviate discussioni per le partenze di altri quattro calciatori, da Milinkovic a Maccarrone, da Mancini a Ferri. Impossibile ricostruire chi avesse davvero intavolato tutte queste trattative.
Sembra che a fare saltare il banco sia stato il mancato placet da parte di Lucarelli e dei soci di minoranza ad altre operazioni avallate da Stracuzzi e da Enrico Ceniccola, a Milano insieme al consulente esterno Marco Barghigiani. Occorreva infatti il consenso unanime di proprietà e staff per ratificarle. A quel punto il presidente uscente, unico soggetto con potere di firma in Lega, ha lasciato in anticipo lo stadio, minacciando le dimissioni, che sono poi state formalizzate il giorno dopo.
Con lui è uscito dal consiglio di amministrazione anche Giovanni Di Bartolo. Entrambi restano comunque titolari delle rispettive quote: il primo mantiene l’11%, il secondo il 10% dell’Antares. Il nuovo legale rappresentante è Piero Oliveri, già braccio destro di Stracuzzi. In attesa che subentri la nuova proprietà, che sta analizzando i conti del club e un monte debitorio certificato che sarebbe lievitato di almeno 300mila euro rispetto all’ultimo bilancio depositato e si attesterebbe adesso sul milione e mezzo.
Mercoledì, intanto, sono state saldate, da parte dei soci di minoranza, ai quali è momentaneamente demandata la gestione del club, alcune pendenze arretrate a personale, staff, calciatori e fornitori. D’altronde, Gugliotta, Gallina e Micali hanno già provveduto alla predisposizione della nuova fideiussione: passaggio che dovrebbe evitare penalizzazioni o altre sgradite sorprese.
Secondo indiscrezioni, nelle prossime ore potrebbe concretizzarsi anche l’estromissione di Ceniccola, peraltro mai ufficialmente presentato in riva allo Stretto e finito sul banco degli imputati per un mercato troppo confusionario, che ha peraltro mandato su tutte le furie i dirigenti di Foggia e Taranto. E il prossimo impegno è in programma proprio sabato contro i satanelli di Stroppa, tra le regine del campionato, in piena lotta per la promozione in B.