Primi passi ufficiali da parte dell’imprenditore messinese Natale Stracuzzi, interessato all’acquisto dell’ACR Messina. Questa mattina a Palazzo Zanca un brevissimo colloquio con il sindaco Renato Accorinti, con il quale verrà a breve fissato un incontro più approfondito. Ma l’attesa è tutta per il faccia a faccia, previsto nel pomeriggio a Catania, con l’attuale patron Pietro Lo Monaco ed i suoi consulenti: “Da parte del nostro gruppo vi è l’intenzione di rilevare la società. Una volontà chiara anche se in città ci sono troppe chiacchiere. Cercheremo di capire quali sono condizioni pone la proprietà, se è disponibile fino in fondo ad agevolare questo passaggio di consegne”.
Il nodo è rappresentato dai conti del club. Il bilancio del 2013 certificava un passivo superiore al milione di euro e l’impressione è che le cose non siano mutate sostanzialmente. Lo ammette anche Stracuzzi: “Ci sono stati consegnati vari incartamenti. In mano abbiamo una situazione contabile aggiornata, anche se l’ultimo bilancio non risulta ancora formalmente depositato”. Una vicenda che resta paradossale, perché l’ex presidente del club Isidoro Torrisi annunciò ai nostri microfoni di avere completato l’iter l’8 luglio, ma la Camera di Commercio non ha evidentemente ancora recepito la sostituzione del revisore dei conti dimissionario, una pratica che normalmente viene evasa in un paio di giorni.
Dalle carte – conferma Stracuzzi – emergono “debiti con l’Erario e quindi con l’Agenzia di Entrate per oltre 600.000 €”. Cifra che è stata comunque già rateizzata, anche per evitare sanzioni ed interessi. “A questi vanno aggiunti 195.000 € dovuti al Comune mentre abbiamo appreso di crediti consistenti vantati da svariati fornitori”.
Ecco quindi che il tetto del milione di euro viene nuovamente sforato, tanto che l’imprenditore si lascia andare ad un’amara ammissione: “In caso di riammissione in C l’operazione resta a mio avviso percorribile, ma se il Messina dovesse malauguratamente restare ai nastri di partenza della D non è assolutamente conveniente. Per intenderci, tra i Dilettanti ci sono squadre che lottano per il vertice e quindi per la promozione in Lega Pro con un budget annuo di 400.000 €. Sarebbe anti-economico sobbarcarsi un simile debito prima di ulteriori investimenti”. Scenari differenti invece in terza serie, dove un club tra i contributi per il minutaggio, lo sviluppo del settore giovanile e la mutualità per i diritti televisivi incassati dalle formazioni di A e B (la cosiddetta “Legge Melandri”) riesce a raggranellare circa mezzo milione di euro.
Non sono ancora usciti allo scoperto i compagni di avventura di Stracuzzi, che sul punto rassicura tutti: “Siamo affiancati da altri due imprenditori legati ad Arturo Di Napoli. Ho già avuto modo di conoscerli ma ci hanno chiesto di non diffondere ancora i loro nomi, anche perché non hanno bisogno di pubblicità. Fino a quando non scatterà l’azionariato popolare invece la Confcommercio non potrà dare garanzie in merito all’entità del suo impegno”.