«Ci sono giocatori che con i soldi guadagnati si comprano lo yacht, una Ferrari, una villa al mare. Ecco io con questi soldi mi ci sono comprato la maglia del Livorno». Qui c’è tutto il Cristiano Lucarelli pensiero. “Tenetevi il milione”, titolo del libro scritto con il suo procuratore Carlo Pallavicino, descrive al meglio la scelta di vita adottata nel 2003 da uno dei bomber più prolifici nella storia recente del campionato italiano. Idolo della curva amaranto, fece parlare di sé sin da giovane per aver sfoggiato, sotto la maglia azzurra, l’immagine di Che Guevara, mostrata dopo un gol in Moldavia con l’Under 21. Duecento reti in carriera, 120 segnate in massima serie, numeri tali che non avrebbe bisogno di presentazioni.
L’esplosione a Cosenza, in B, nel 1995-96, con 15 gol determinanti per la permanenza in cadetteria dei silani. Poi le 14 reti a Padova, il debutto in A con la maglia dell’Atalanta nel 1997-98, la parentesi nella Liga con il Valencia e il ritorno in Italia, a Lecce. In Salento, con 27 centri in due campionati di Serie A ed altrettante salvezze, Lucarelli diventa l’idolo indiscusso. Il biennio granata al Torino precede l’approdo al Livorno, la squadra della sua città. Di fatto il coronamento del sogno di una vita. Nel 2003-04 segna 29 volte e, in coppia con Igor Protti, trascina gli amaranto alla promozione in Serie A che mancava da 55 anni.
Seguiranno un titolo di capocannoniere nel 2004-05, con tanto di doppietta all’esordio contro il Milan (davanti a 10.000 livornesi in bandana a San Siro), e tante altre prodezze, per un totale di 101 reti tra A, B, Coppa Italia e Coppa Uefa, con la storica partecipazione dei labronici alla manifestazione continentale. Gli ucraini dello Shakthar Donetsk lo ricoprono d’oro nel 2007 e lì ottiene anche la ribalta della Champions League. Quindi il trasferimento al Parma, prima del nuovo ritorno a Livorno nel 2009-10, condito da altre 10 marcature all’attivo. Chiude la carriera nel 2012 nel Napoli di Mazzarri, suo grande estimatore. Con l’Italia conta 6 presenze e 3 reti, la prima delle quali nell’amichevole giocata nell’era Lippi a Toronto contro la Serbia (in campo anche l’allora messinese Carmine Coppola). Ha fatto inoltre parte dell’Under 21 e disputato le Olimpiadi di Atlanta ’96.
Più complicato, sin qui, il percorso di allenatore, cominciato a Parma guidando gli Allievi Nazionali con cui raggiunse il titolo di categoria, bissato dalla vittoria della Supercoppa. In Prima Divisione a Perugia, nel 2013, la prima esperienza in panchina nel calcio dei “grandi”, terminata ancor prima di cominciare con l’esonero già nel pre-campionato. Da subentrato a Viareggio giunge poi al tredicesimo posto in classifica. Nel giugno 2014 la firma con la Pistoiese, avventura chiusa dall’esonero nel mese di febbraio. Alla guida del Tuttocuoio, sempre in Lega Pro, ritrova l’amico Protti come direttore sportivo. Tuttavia non va meglio e viene esonerato nello scorso aprile. A Messina eredita ora una squadra in grave difficoltà. Ci vorrà tutto il carisma di Cristiano Lucarelli per consentire ai giallorossi di risalire la china.