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Stoichkova: “A Patti un gruppo competitivo. Sono innamorata dell’Italia”

“Dalla Bulgaria con passione”. Si potrebbe riassumere così la decisione di Katrin Stoichkova di approdare sei anni fa nel nostro paese per provare ad affermarsi nel panorama cestistico italiano. Il pivot dell’Alma Patti si è raccontato in un’intervista concessa a Playbasket.

Katrin Stoichkova
Katrin Stoichkova in azione (foto Vincenzo Nicita Mauro)

“Sono arrivata in Italia a quattordici anni e non conoscevo la lingua, eccetto poche frasi. Un’amica bulgara che giocava in Italia a Viterbo mi ha chiesto se volessi sostenere un provino lì e ho accettato. Ho iniziato a giocare a basket a undici anni, abbastanza tardi perché prima facevo ginnastica ritmica. Ad agosto di quell’anno sono venuta in Italia e mi sono subito innamorata di questo paese, intraprendendo questa esperienza in un contesto per me nuovo e lontano dalla famiglia”.

Nel paese balcanico la pallacanestro è molto conosciuta ma non è certamente lo sport più praticato a livello femminile: “In Bulgaria la tradizione maschile si tramanda da anni ma quella femminile è in evidente crisi. Non è lo sport principale, le discipline trainanti sono il calcio e proprio la ginnastica ritmica, in cui il mio paese si è laureato campione”.

Katrin Stoichkova
Katrin Stoichkova con la maglia della Nazionale bulgara

Stoichkova parla delle proprie caratteristiche e di quelle di squadra: “Non mi definisco un talento naturale ma mi riconosco grande tenacia per dar corpo alla mia carriera. Sono più propensa alla fase offensiva, prediligo giocare in uno contro uno. Non amo il tiro da fuori e sto cercando di migliorare in difesa. A Patti siamo un gruppo competitivo che poggia su giocatrici di esperienza maturata tra A1 e A2. Il quintetto si compone infatti di Manfrè, Galbiati, Verona e Cupido, tutte giocatrici che ruotano da anni tra la massima serie e l’A2″.

Nel proprio futuro non crede ci possa essere spazio per intraprendere un’esperienza al di fuori dell’Europa e distante sensibilmente dalla Bulgaria: “Molto spesso mi hanno proposto un’esperienza in un college americano ma già in Italia mi sento molto lontana da casa, per cui non credo di volermi allontanare ulteriormente. Inoltre lo sport ad alto livello mi ha già portato ad assentarmi spesso da scuola in passato, ma era una scelta obbligata”.

Katrin Stoichkova
Katrin Stoichkova in azione

Svariate le curiosità degli appassionati. Il pivot siciliano ha indicato l’avversaria che ritiene più difficile da affrontare, il palazzetto italiano dove si sente a proprio agio e le sensazioni dovute al fatto della mancanza del pubblico a causa del Covid: Simona Ballardini di Faenza secondo me è l’unica giocatrice che a questi livelli può ribaltare una gara da sola. Il palazzetto che mi rimane maggiormente nel cuore è quello di Viterbo perché rappresenta casa e il primo club dove ho giocato. Amo infatti sia i canestri che il parquet. Quello che preferisco evitare è invece Orvieto. Ho giocato spesso senza pubblico, per cui sono abituata all’assenza dei tifosi, ma mi spiace che qui a Patti non possiamo contare sul sostegno della gente, in considerazione della tradizione e della passione dei nostri sostenitori. Manca uno stimolo naturale in campo”.

In ultima battuta le difficoltà incontrate dalle giocatrici professioniste nel mantenersi in forma durante l’ultimo lockdown originato dalla difficile situazione sanitaria. “Mi sono allenata durante la sosta del Covid ma stare ferma in casa per quasi due mesi è pesante e ti stanca mentalmente. Puoi solo ripetere sempre gli stessi movimenti e non è facile trovare sempre nuovi stimoli”.

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