Uno stage estivo organizzato dal Centro formazione calcistico “Leoni di Potrero”, per bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni, in programma al campo sportivo “P. Gangemi” di Torregrotta dall’11 al 16 luglio. Javier Zanetti ha fatto tappa nella provincia di Messina per presentare la sua iniziativa dedicata ai giovani calciatori e per “Pupi” è stato un autentico bagno di folla. Sorriso sulle labbra, educazione e stile. L’argentino, attuale vicepresidente dell’Inter, dopo essere stato dal 1995 al 2014 difensore e soprattutto capitano dei nerazzurri, con cui ha conquistato sedici trofei e centrato uno storico Triplete nel 2010, è stato il protagonista della conferenza stampa svoltasi in una nota location a Monforte Marina, mentre in serata ha avuto luogo la cena prevista in una sala ricevimenti di Torregrotta.
L’evento è stato organizzato dall’intermediario sportivo Leo Saija grazie al supporto di alcuni sponsor e dall’Asd Torregrotta 1973. A moderare gli interventi il giornalista Benedetto Orti Tullo. Presente anche il sindaco di Torregrotta, Nino Caselli, che ha dato una targa a Zanetti. Simbolo sul terreno di gioco di correttezza, serietà ed attaccamento ai colori, come dimostra la sua lunga storia d’amore con l’Inter (è recordman di presenze con il club, a quota 858), stimatissimo pure dagli avversari, Javier si è sempre distinto anche per i suoi comportamenti fuori dal campo. Dalle iniziative di beneficenza, curate insieme alla moglie Paula per la Fondazione Pupi, le sue attenzioni sono in particolare rivolte ai più giovani.
Al campo sportivo “P. Gangemi” di Torregrotta dall’11 al 16 luglio parteciperanno in 50. Un camp organizzato in varie parti d’Italia in modo che i ragazzi possano apprendere, crescere sani e, chissà, provare a ripercorrere le sue orme: “Ringrazio tutti per l’accoglienza ricevuta. Per me è un grandissimo piacere essere qui, c’è anche una bella temperatura” ha aggiunto scherzando. “Ai bambini e ai ragazzi della scuola calcio portiamo la nostra metodologia di lavoro e la nostra filosofia – ha detto l’argentino in conferenza stampa – ma vogliamo soprattutto che si divertano. Fare questo a Torregrotta è molto importante. Intendiamo spiegare loro i veri valori dello sport, perché devono sapere stare in gruppo e divertirsi, cerchiamo dunque di lavorare specie su questo. Siamo in giro per tutta Italia, si è presentata questa occasione qui grazie a Leo e quando ne abbiamo cominciato a parlare abbiamo capito che c’era la stessa condivisione dei valori”.
Zanetti ha poi raccontato i suoi inizi. Momenti che non ha mai dimenticato, quando dal Banfield si è trasferito giovanissimo all’Inter. Arrivato a Milano da semi-sconosciuto, ha vinto tanto, vivendo l’apice sollevando la Champions League nel 2010 ed è soprattutto diventato un simbolo. “Nel barrio in Argentina, insieme ai miei amici, sognavo di poter diventare un calciatore e fare la carriera che poi ho fatto. In quel momento, però, non pensavo di raggiungere tutto quello che ho effettivamente ottenuto. Va dato merito anche alla cultura del lavoro che mi hanno insegnato i miei genitori. Mio padre faceva l’operaio ed è stato sempre un esempio per me. Le origini italiane della mia famiglia? Sì, friulani di Sacile, in provincia di Pordenone. Personalmente devo ringraziare gli italiani per avermi aperto le porte ed accolto quando ero praticamente uno sconosciuto. Anche io, devo dire, dopo tanti anni, mi sento italiano”.