“La ripresa del campionato di calcio sinceramente sembra un sentiero sempre più stretto, la ripresa degli allenamenti, che auspichiamo, non significa la ripresa del campionato. L’appello da fare alla Lega calcio di Serie A, che nei prossimi giorni tornerà a riunirsi, è di cominciare a pensare a un piano B, perché le soluzioni possono essere tante”. Così il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che è intervenuto a Omnibus, in onda su LA7, sulla possibile ripresa dell’attività calcistica.
“Comincio a percepire, leggendo alcune dichiarazioni, che probabilmente nei prossimi giorni – visto che ci sarà anche una riunione straordinaria della Lega – potremmo avere una sorpresa, perché secondo me potrebbe essere anche la maggioranza dei presidenti dei club a chiederci di sospendere e di prepararsi invece nel migliore dei modi al nuovo campionato. La ripresa degli allenamenti sarebbe un segnale importante per i calciatori, fermi da diverse settimane” aggiunge Spadafora.
“Anche perché – spiega il ministro -, se fossi nei presidenti delle società, penserei soprattutto a organizzarmi per riprendere in sicurezza e con tutti gli atleti pronti il nuovo campionato, quello che dovrà ripartire poi a fine agosto. Le decisioni che stanno prendendo gli altri Paesi, come ieri la Francia – che penso non sarà l’ultima – potrebbero indurre anche l’Italia a seguire la linea”.
“Il governo discrimina i calciatori, cambi il decreto e ci consenta di svolgere allenamenti singolarmente” è la presa di posizione dell’Aic. Il ministro Spadafora ha chiamato il presidente Damiano Tommasi per spiegare che “non c’era altra scelta” dopo le stringenti indicazioni del comitato tecnico scientifico. Il calcio rischia “danni irreparabili”, sottolinea, in questo quadro, il presidente della Lazio Claudio Lotito che definisce il “Dpcm illogico” ribadendo “l’importanza del ruolo sociale del calcio” e sollevando nuove polemiche.
In attesa di sviluppi il presidente del Coni, Giovanni Malagò ha manifestato “piena disponibilità ad aiutare la Figc sul protocollo per la ripresa degli allenamenti delle squadre professionistiche e degli arbitri predisposto dalla sua commissione medica”. Protocollo da perfezionare, come aveva detto il ministro. Uno dei nodi che non aveva convinto gli esperti del comitato tecnico scientifico era quello relativo agli allenamenti individuali degli sport di squadra. Quando il ministro ha insistito, gli scienziati del comitato tecnico scientifico si erano irrigiditi perché il protocollo Figc prevedeva per questi allenamenti la presenza di 50-70 persone nei centri sportivi, con gli esperti che avevano considerato la cosa eccessivamente rischiosa. Intanto il Coni ha presentato uno studio del Politecnico di Torino per la ripartenza dello sport in sicurezza, calcio compreso. Allenamenti con gruppi chiusi, tamponi 48 ore prima di ogni gara e obbligo di mascherina e distanziamento sociale in panchina: sono alcune delle indicazioni per gli sport di squadra, contenute nello studio sulle classi di rischio delle diverse discipline in vista della ripresa.