Mario Somma, allenatore del Catanzaro
Il Catanzaro cade nuovamente al “Ceravolo” e vede adesso il baratro. Cinque ko in sei gare: è notte fonda per i calabresi, puniti nella ripresa dal gol di Manuel Mancini. Per il tecnico delle “aquile” Mario Somma un nuovo tonfo contro il Messina che segue le sconfitte rimediate in passato alla guida di Empoli (1-3 in A al “Castellani” nel 2005-2006 di fronte alla squadra di Mutti) e Piacenza (doppia sconfitta in Serie B 2007-08, tra andata e ritorno, contro il Messina di Di Costanzo). Un autentico tabù.
La situazione è allarmante, a dispetto dei pronostici estivi, e nel post-partita di Catanzaro-Messina all’allenatore tocca commentare l’ennesima battuta d’arresto di questo tormentato inizio di stagione: “Le sconfitto le analizzo una alla volta, perché ognuna fa storia a sé e nasce da episodi diversi. Abbiamo creato tanto, la mia squadra non ha subito un tiro in porta, Grandi è stato inoperoso. Dal punto di vista della prestazione non posso rimproverare nulla ai miei difensori. Le tante assenze nel Messina? Non so cosa dice Marra, ma per me non esistono titolari o riserve nella mia squadra. Non cerco mai alibi, altrimenti farei un torto agli altri giocatori”.
L’ambiente comincia a spazientirsi, Somma predica però tranquillità: “Siamo all’ennesima sconfitta e non va assolutamente bene a livello di risultati, ma non posso rimproverare nulla a miei sotto il profilo dell’impegno, a parte la gara con la Paganese. Nel secondo tempo abbiamo cercato di rinforzare la fase offensiva con i subentrati. Campagna ha avuto una clamorosa palla gol, Baccolo ha fatto girare bene palla, Sarao è stato più pericoloso di Tavares. Loro giocavano costantemente la palla lunga su Milinkovic, lo abbiamo chiuso sempre a parte una volta in cui abbiamo letto male la situazione ed è scaturito il gol. Non sono preoccupato, il modulo attuato per ora è il migliore. Questa squadra ha solo bisogno di centrare due risultati consecutivi, poi sarà più leggera nella testa e nelle gambe. Per ora non c’è la giusta serenità nel nostro spogliatoio”.
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