Il tecnico dell’Orlandina Basket Marco Sodini ai microfoni di Radio Doc ha commentato l’ottimo momento di forma della sua squadra, ormai ad un passo dalla salvezza. Stagione complicata ma ugualmente emozionante secondo l’allenatore toscano: “Abbiamo fatto una scelta consapevole ad inizio anno poggiando su una squadra che è nettamente la più giovane del campionato. I ragazzi sono ovviamente cresciuti rispetto ad inizio anno. Capo d’Orlando da tre anni ha intrapreso questo percorso virtuoso, dopo il suo passato glorioso basato su giocatori più esperti. Poi è normale incontrare difficoltà che però non vanno ascritte a questi ultimi ragazzi ma alla particolarità del momento”.
Lavorare con giocatori di prospettiva sta consolidando la forza mentale e tecnica dello staff paladino, che segue una precisa scelta societaria: “Sono arrivato qui da Cantù per riportare in A1 l’Orlandina e ci ero praticamente riuscito al primo anno. Adesso il momento è diverso e contano altre cose tipo l’affetto della gente e fidelizzare le persone al club. Una squadra così giovane andava protetta perché sapevo che avrebbero commesso errori. Tre quinti del quintetto erano esordienti in A2, altri erano attesi da un largo minutaggio dopo esperienze passate meno fortunate. Giochiamo veramente bene per il livello medio generale del torneo e questo è un merito del talento dei ragazzi e dello staff. Il torneo è iniziato dopo sette mesi di stop per tutti, nessuno aveva vissuto questa situazione e il campo è quello che detta sempre le regole”.
La linea verde è stata premiata sul parquet: “I miei giocatori sono giovani e hanno voglia di ben figurare. Siamo stati anche terzi in classifica, poi per infortuni e mancanza di giocatori abbiamo perso sei partite di fila. Il più grande italiano della squadra è un classe 1998, dato eloquente per un roster giovanissimo. Ho allenato due Nazionali giovanili e disputato una finale Juniores e per me questa cosa rappresenta ritornare al passato”.
Il futuro rappresenta un enigma per tutti, ma il club siciliano ha idee per confermarsi ai vertici: “La mancanza di investitori per un anno può essere sopportata dalle proprietà lungimiranti ma sul lungo periodo questo sarà un grande problema, e più che realtà di grido specialmente per club come il nostro. Bisogna individuare strade diverse. Non dobbiamo mai essere disfattisti ma propositivi e creare strutture sportive con nuove idee. Serve equilibrio, quando si abbraccia un progetto occorre condivisione tra staff e proprietà. Posso soltanto stare bene qui a Capo d’Orlando e gli stimoli non mancano mai. Sono sotto contratto anche per il prossimo anno col club e valuteremo con la massima tranquillità tutto, in considerazione del mio splendido rapporto con la proprietà”.