Si ferma a cinque la striscia di vittorie dell’Orlandina che anche da Orzinuovi ottiene conferma sull’ottimo momento di forma. Contro la squadra più in palla del torneo non era facile giocare con l’assenza del totem Fall oltre a quelle dei lungodegenti Bellan e Tintori, che hanno limitato in modo evidente le rotazioni del team siciliano.
Marco Sodini a fine gara deve lodare pubblicamente l’atteggiamento della squadra anche se ha qualche piccolo rammarico: «Bisogna fare i complimenti ad entrambe le squadre, perché sono due formazioni che giocano a pallacanestro. Noi meglio nel primo tempo, mentre loro nel secondo. Non credo che ci sia molto altro da dire a livello tecnico, perché non è stata una partita priva di errori, ma assolutamente giocata da due squadre vive che avevano voglia di onorare una classifica probabilmente inaspettata all’inizio della stagione. Quando parlo di provare a giocare a pallacanestro, intendo provare a produrre gioco, avere iniziativa, essere belli a vedersi nei 28 metri. Qualche volta siamo riusciti a farlo, altre volte meno, ma soprattutto siamo riusciti poco a far cose che avevamo programmato per limitare Orzinuovi. Detto questo grande merito a loro. Io sono orgogliosissimo di aver giocato questa partita e soprattutto della prova dei miei ragazzi».
La formazione lombarda continua ad inanellare miracoli, in dieci anni è passata dalla serie C regionale a occupare il terzo posto in serie A2. Coach Fabio Corbani però ammette le difficoltà incontrate contro l’Orlandina: “È stata una gara complicatissima. Sapevamo che Capo d’Orlando sta giocando con grande confidenza e nel primo quarto abbiamo incontrato grandi difficoltà. Siamo due squadre simili nel modo di giocare. Abbiamo fatto fatica a differenziare il nostro gioco dal loro che erano più pronti di noi a rimbalzo e nelle spaziature al tiro. Giocare ad un alto numero di possessi non deve significare non difendere. Il secondo quarto è stato ugualmente complicato per noi mentre loro prendevano tanta fiducia ad ogni azione. Nel secondo tempo ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che potevano perdere la gara se non avessimo cambiato il nostro atteggiamento. Dal punto di vista difensivo abbiamo cambiato il modo di conquistare i rimbalzi e difeso meglio gli uno contro uno”.