Non è sceso in campo, ma ha comunque vissuto sensazioni forti. Quella maglia, con cui ha sia vinto un campionato che incassato un’amara retrocessione, se la sente infatti ancora tatuata sulla pelle. Luigi Silvestri, rimasto in panchina nel corso dei 90’ di Messina-Melfi, descrive così il suo pomeriggio da ex: “Non ho giocato, ma prima della gara avevo una certa ansia non sapendo come sarei stato accolto. Ho ricevuto saluti e applausi, vuol dire che qualcosa di buono qui ho fatto. Non avevo mai vissuto un’emozione del genere”.
Il Melfi torna a casa senza punti, colpito da Tavares a 9’ dallo scadere. Dopo i pareggi beffardi con Lecce e Martina un’altra occasione persa sul finire di gara. “Penso che per riuscire a salvarci dobbiamo dare qualcosa in più. Siamo giovani e serve maggiore cattiveria, dobbiamo prima pensare a non subire gol e poi a farlo. Per arrivare alla salvezza stiamo comunque tenendo un buon ritmo e contro Lecce e Martina siamo stati raggiunti solo all’ultimo. Abbiamo però qualcosa in più a livello di entusiasmo rispetto a tante squadre che ci precedono in classifica”.
Silvestri è poi prodigo d’elogio nei confronti della sua ex squadra: “Devo fare i complimenti alla società, al direttore Argurio ed al mister Di Napoli per l’ottimo lavoro svolto fino adesso. Ho visto un Messina compatto con i giocatori che combattono su tutti i palloni spinti dal grande pubblico che ho potuto ammirare in video in occasione della partita col Catania. Resta un po’ l’amarezza perché a gennaio avevo chiesto di tornare in questa piazza che merita grandi palcoscenici. Non mi hanno chiuso definitivamente la porta e spero di tornare qui in futuro. Il mio è stato solo un arrivederci, anche perché ho la cicatrice addosso dopo la retrocessione dello scorso campionato”.
Dei suoi vecchi compagni è rimasto il solo Berardi. “Con Alessandro ci sentiamo spesso. Ho saputo di quando è stato contestato, ma è un grande professionista e non ha mai fatto qualcosa di male. Magari non sarà stato bene a livello fisico e avrà accusato mentalmente le critiche. Da un paio di partite, però, è tornato quello che tutti conosciamo”.
In tribuna c’era inoltre Giorgio Corona, uomo simbolo del Messina che ha visto Silvestri in rosa per due stagioni: “Giorgio lo porterò sempre come esempio fino a quando giocherò a calcio per quello che riesce a dare sia dentro che fuori dal campo. Gioca ancora e se lo vedo sono felice come un bambino”.