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Messina

Sidoti: “Più tutele per le formazioni di C. Allenatori e giocatori senza certezze”

Il direttore tecnico del Basket School Messina, che negli anni d’oro ha guidato Patti sino alla serie A Dilettanti, non vede facili vie d’uscita per i campionati regionali: “A marzo diventeranno dodici i mesi di sosta forzata. Bisognerà pensare anche ai più piccoli del Minibasket”. Due le esigenze che sembrano tra loro inconciliabili: “Una ripartenza non può avvenire in eterno perché oltre il mese di luglio non si può arrivare o rischieremmo di condizionare anche la stagione successiva”.

Ai tempi del Covid la maggioranza delle formazioni di pallacanestro sono ferme in panchina. Infatti ad eccezione di serie A, A2 e B tutta l’attività regionale e quella giovanile è stata sospesa sia durante la prima ondata che in quella più recente occorsa a settembre. Si auspica una possibile schiarita che potrà avvenire solo col pieno rispetto di tutte le norme sanitarie da concretizzare metà febbraio.

Pippo Sidoti in palestra
Pippo Sidoti in palestra

Una situazione del tutto inedita e mai vissuta nel mondo dello sport che, come tutti i settori del vivere sociale, sta affrontando grandi difficoltà specialmente per l’attività di base con un futuro che pone grandi interrogativi. Abbiamo ascoltato il direttore tecnico del Basket School Messina e responsabile del Patti Basket, ripartito dalla serie D, Pippo Sidoti che nel corso della sua lunga e fortunata carriera mai aveva affrontato difficoltà di tale portata. “Il futuro preoccupa tanti, specie se anche quest’anno non scenderemo in campo. A marzo totalizzeremo addirittura dodici mesi di stop forzato. Penso soprattutto al settore minibasket, dovremo essere bravi a saper infondere nuovamente le giuste motivazioni e il rispetto delle regole ai giocatori più piccoli. Il settore dei senior invece è un mondo completamente a sé perché i ragazzi più grandi sono giocatori già completi ma ovviamente anche loro soffrono senza avere l’obiettivo giornaliero che li ha sempre accompagnati durante la loro carriera”.

Per l’esperto allenatore di Patti l’auspicabile ripresa dovrà essere seguita con grande attenzione dagli istruttori: “Un ritorno alla normalità non sarà immediato, i tecnici dovranno avere molta pazienza. Cominciare il campionato a marzo con un prolungamento a luglio comporterà serie conseguenze anche in vista della prossima stagione”.

Affrontare un campionato abbozzato a settembre non è una cosa che si può improvvisare. “Le formazioni senior richiedono situazioni logistiche di non semplice soluzione. Penso agli atleti stranieri che dovrebbero ritornare in Italia dopo aver lasciato il Paese. Inoltre gli alloggi e i costi da sostenere con i vari fornitori andranno ridiscussi. E’ un quadro interamente work in progress”.

Patti
Gli atleti del vivaio del Patti Basket

Pur nella consapevolezza che stiamo vivendo una situazione emergenziale i dubbi su come la stessa sia stata gestita a livello sportivo aumentano col senno di poi: “Concordo col fermare i ragazzi perché è un settore numericamente molto grande, i più piccoli inoltre potrebbero essere potenziali focolai per le famiglie. A livello senior avanzo dubbi perché nessuna tutela è stata pensata per C Gold e Silver. A mio avviso s’incorrerebbe in meno rischi rispetto alla serie B perché in terza serie la suddivisione geografica non è regionale. Certo bisognerebbe copiare dalla categoria superiore il protocollo sanitario e la sottoposizione ai tamponi. Inoltre i calendari con impegni ravvicinati è normale che comporteranno una maggiore facilità di andare incontro ad infortuni. Ad oggi comunque ripartire il 16 gennaio sembra veramente difficile, attendiamo comunicazioni”.

Scendendo maggiormente nei dettagli la questione assume contorni spinosi a grandi livelli: “Allenatori e tecnici di serie C hanno praticamente perso un anno di carriera rispetto a chi lavora al livello superiore. Inoltre al nostro livello c’è qualcuno che sta svolgendo allenamenti contravvenendo alle regole ed ai divieti e mettendo a rischio la propria salute. Dal punto di vista sportivo noto una paura collettiva semplicemente anche nell’entrare in una palestra e riconcepire il concetto di gara o avversario non è automatico. Senza regole certe dal punto di vista sanitario ripartire appare impossibile. La possibile via d’uscita ad una situazione complessa è legata al vaccino, se infatti la distribuzione avverrà a ritmo sostenuto con un crescente numero di immunizzati al virus allora risalire al tracciamento dei contagi e la vita sociale potrà riprendere”.

Una gara di repertorio dello Sport è Cultura Patti al PalaSerranò

Dopo l’estate la troppa frenesia ha portato erroneamente a ritenere che la pandemia fosse superata. Un caro prezzo pagato dalle società che hanno sostenuto spese a vuoto. “Poca cautela nei giudizi e un’illusione per tutte le società. Abbiamo sostenuto spese per voli, case a giocatori stranieri e non, adesso sarà fondamentale avere certezze perché riaprire e poi richiudere i campionati non avrebbe alcun senso. Occorreranno decisioni prese in modo consapevole e ponderato evitando gli azzardi che non servono a nessuno. Se non ci sarà la certezza di svolgere in sicurezza i campionati allora meglio ripartire direttamente a settembre”.

L’ultima riflessione è dedicata ai genitori. Si teme una fuga dei bambini dalla pallacanestro verso altre discipline che stanno svolgendo la propria attività. Per coach Sidoti però non bisogna enfatizzare la situazione: “Opero nel mondo della scuola e appena incontro i genitori la loro prima domanda è “Quando si riparte?”. Ovviamente dopo tanto stop bisognerà rifare innamorare i loro bimbi anche perché alla loro età lo sport e la scuola sono due certezze che al momento stanno vacillando sempre di più. Contenere i numeri di un possibile esodo verso altri sport magari individuali non sarà facile ma in una direzione o nell’altra bisogna ripartire. I ragazzi a livello di under 14 e 15 erano nel pieno della crescita fisica e tecnica e quindi devono presto tornare in campo per non bloccare il loro percorso di maturazione”.

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