Per avere un futuro dopo il coronavirus, il calcio deve “restare unito”, perseguire “l’interesse collettivo”. E’ l’appello di Cosimo Sibilia, presidente della Lnd, in sostanza la base della piramide calcistica italiana, rivolgendo lo sguardo verso il vertice. “I dilettanti sono una metà del calcio e l’altra, quella del professionismo, probabilmente ha vissuto finora al di sopra delle possibilità. Dobbiamo tutti capire fin dove ci possiamo spingere”, dice all’ANSA Sibilia, che è anche vicepresidente vicario della Figc e non perde la speranza di una ripresa del gioco prima dell’estate: “La priorità è chiudere l’emergenza coronavirus, poi noi avremmo bisogno di 30-40 giorni per portare a termine il campionato“.
Ogni discorso, quindi, è subordinato alla fine della pandemia, è la premessa di Sibilia, che rivendica di “non aver inseguito gli eventi ma di averli anticipati”. “Noi siamo stati i primi, il 23 febbraio, a bloccare i campionati, prima in Lombardia, poi in Veneto e nelle altre regioni – ricorda il presidente a capo della Lega che comprende i Campionati dilettanti nazionali, regionali e provinciali, la Serie D, il calcio a 5, quello femminile e il beachsoccer -. Poi abbiamo fermato il resto, anticipando le decisioni prese da tutti. Però ora ci troviamo a soffrire enormemente, la crisi riguarda soprattutto il calcio di base”.
Cosa succede ai club della Lnd? “Siamo anche noi in una situazione precaria e tutto ricade soprattutto sul calcio di base, dilettantistico e giovanile. Secondo una stima dei nostri tecnici, potremmo perdere il 30% delle società. Con il conseguente impatto sociale: lo dico sempre, un euro investito nello sport viene restituito 300 volte sul piano della sanità”.
Intanto il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha annunciato un piano di 400 milioni di euro per sport di base e associazioni dilettantistiche. “Ne prendo atto, sono contento e aspetto concrete elargizioni”, nota Sibilia, che di fronte alla proroga dello stop alle competizioni per tutto aprile, anticipata da Spadafora, ancora non considera conclusa la stagione. “La priorità assoluta è chiudere l’emergenza coronavirus, poi a noi mancano fra 8 e 10 giornate: giocando domenica, mercoledì e domenica, in 4 settimane potremmo chiudere tutto”.
Quali misure anti-crisi serviranno? “Abbiamo inoltrato attraverso la Figc delle proposte che non costano nulla: ad esempio su defiscalizzazione e costruzione degli stadi, e ho chiesto la rivisitazione della Legge Melandri riguardo i contributi al calcio dilettantistico. Ne possiamo uscire solo in sinergia. Io, quando potevo diventare presidente federale, un passo indietro l’ho fatto, per unire il calcio”.
A proposito, dopo lo spostamento delle Olimpiadi al 2021 c’è chi ipotizza uno slittamento anche dell’Assemblea federale elettiva. “Serve una nota esplicativa del ministero dello sport, di concerto col Coni, altrimenti non se ne esce. Serve chiarezza – conclude Sibilia -, è importante”.