Si è chiuso nel primo pomeriggio di mercoledì 13 gennaio il dibattimento relativo al processo di primo grado in corso di svolgimento all’NH Vittorio Veneto di Roma, sede prescelta dalla Figc per discutere tutti i procedimento di natura giudiziaria che riguardano il mondo del calcio.
Di fronte al presidente Sergio Artico ed agli altri componenti del Tribunale Nazionale Federale (Amedeo Citarella, Massimo Lotti, Sergio Quirino Valente e Massimo Vasquez Giuliano), si sono alternati tutti gli avvocati dei soggetti deferiti per le consuete arringhe difensive. E’ ormai appurato che le sentenze arriveranno la prossima settimana e quindi il tecnico del Messina Arturo Di Napoli, che rischia una maxi-squalifica dopo la richiesta sanzionatoria della Procura Federale, potrà accomodarsi in panchina sabato 16 gennaio in occasione della sfida con il Benevento.
Le decisioni dovrebbero essere pubblicate da parte della Federcalcio tra mercoledì 20 e venerdì 22 gennaio, anche se chiaramente non è possibile prevedere con certezza quando i magistrati concluderanno l’analisi dei corposi incartamenti prodotti da accusa e difesa, iniziata peraltro già nel pomeriggio di mercoledì. A dilatare i tempi anche il fatto che nessuno degli 81 deferiti abbia optato per il patteggiamento. In realtà quelli che dovranno essere giudicati sono 77: 28 società (la posizione del Barletta è stata stralciata) e 49 tesserati (stralciato Massimiliano Carluccio, rimesso nelle mani della Procura per un errore di notifica Gianmarco Ingrosso e salvato pure Alessandro Magni, non tesserato all’epoca dei fatti).
Se per Di Napoli sono stati richiesti quattro anni di stop e 60.000 € di ammenda, sono complessivamente 147 i punti di penalizzazione prospettati per le società, con il “caso” de L’Aquila. E’ stato lo stesso procuratore Stefano Palazzi, presente in aula martedì – ma non durante le arringhe di Grassani, Villari e Fazio -, ad ammettere un clamoroso errore nella quantificazione dell’handicap da far scontare agli abruzzesi (sceso dall’iniziale -32 all’attuale -31 proposto al Tribunale), dovuto – ha spiegato – ad un “copia/incolla” di un precedente provvedimento. E’ bastato questo per far sobbalzare i difensori, secondo i quali peraltro l’esatto computo delle irregolarità ravvisate dalla Procura dovrebbe corrispondere invece ad un -25! Insomma, una confusione senza precedenti, alla ricerca dei “saldi” di stagione…
Le posizioni più delicate quelle di Mario Moxedano (chiesti 8 anni e 8 mesi di squalifica) e Salvatore Astarita (8 anni di stop e carriera che verrebbe praticamente stroncata). Tanti i volti noti a queste latitudini che rischiano pene esemplari: da Fabio Caserta e Luca Cassese, ex Due Torri (3 anni a testa) a Ciccarone (prospettati 5 anni di inibizione), dagli ex giallorossi Mimmo Giampà (3 anni) ed Emanuele Marzocchi (24 mesi grazie alla sua “fattiva collaborazione” alle indagini) al messinese Vincenzo Nucifora (4 anni e 2 mesi di inibizione) fino a Daniele Piraino, ex Igea Virtus (4 anni di inibizione), la cui condotta potrebbe costare un -2 al Due Torri. Singolare la posizione del club allenato da Antonio Venuto: la presunta “combine” avrebbe dovuto garantire il successo alla Neapolis ma sul campo vinsero i biancorossi, che nonostante ciò rischiano di subire la beffa della penalizzazione per le accuse mosse ad un loro tesserato!