Ricorre giovedì 23 aprile la “Giornata mondiale del libro“, una tradizione arrivata dalla vicina Spagna, dove la celebrazione affonda le sue radici nei primi decenni del secolo scorso. Nel 1995, poi, una Risoluzione dell’Unesco ha dato vita a un appuntamento utile per celebrare la lettura, il diritto d’autore e la cultura in generale.
Una tradizione medievale vuole che il 23 aprile, nella giornata dedicata a San Giorgio (patrono di Barcellona e della Catalogna), ogni uomo regali una rosa alla propria donna, gesto mutuato dai librai spagnoli che, all’acquisto di un libro regalavano una rosa. In piena emergenza Covid-19 tutto questo non è possibile ma, in tutto il mondo, e anche in Italia, molteplici sono le iniziative on-line per celebrare il libro, la lettura e la cultura in generale, per non dimenticare che, anche nei periodi più bui per l’uomo la memoria dei grandi libri e dei grandi scrittori supportano il nostro animo, aiutandolo a vivere e riflettere con saggezza e traghettandolo verso momenti migliori con la giusta armonia interiore.
Così come ci ha insegnato anche lo scrittore Primo Levi che, nel capitolo undicesimo (Il canto di Ulisse) del suo “Se questo è un uomo”, ricordando il canto XXVI dell’Inferno di Dante, afferma come il sapere, la conoscenza, la cultura costituiscano un viatico non trascurabile per alleviare le sofferenze, almeno, dell’animo e per donare all’uomo parvenze di evasione. Quello che donano ogni giorno i libri, regalandoci incantevoli momenti di normalità, soprattutto di questi tempi.