L’ex presidente del Città di Messina, Elio Conti Nibali, ha analizzato per noi i programmi dei sette candidati a sindaco in riferimento allo sport, che ha trovato meno spazio rispetto al passato in campagna elettorale. Specchio dei tempi e di un territorio che ha sempre meno realtà di vertice. Pubblichiamo di seguito il suo puntuale intervento:
Il Coni e le federazioni sportive, preoccupati per la poca attenzione allo sport ed ai problemi legati all’impiantistica, per tempo hanno sollecitato i candidati a sindaco ad esprimersi e assumere impegni chiari. Come ho già avuto modo di far notare, le prime risposte sono apparse alquanto strumentali, solo per ottenere visibilità, in qualche caso anche con evidenti strumentalizzazioni.
Veniamo ai fatti. Di concreto finora abbiamo incassato un nome effettivamente proveniente dal mondo dello sport vero, la Nazionale Carmen Tandurella indicata da Trischitta come assessore, e l’indicazione di Nino Interdonato da parte di Saitta per la stessa delega. Ma, per andare al cuore del problema, proviamo a leggere anche i programmi ufficiali depositati e cosa hanno effettivamente scritto, o non scritto, gli aspiranti alla poltrona di palazzo Zanca.
Perché è al programma che il candidato una volta eletto dovrà riferirsi e rendere conto ai cittadini. Leggerli e analizzarli per fare una semplice verifica tra chiacchiere e verità, “fact checking” dicono si chiami. E allora, sette programmi presentati, dall’ipertrofico di De Luca, un faldone di 254 pagine, ai succinti da minimo sindacale di Barrile e Saitta, 4 e 6 paginette. Tutti comunque più o meno articolati, tra preamboli, visioni, priorità, divisi per capitoli e paragrafi.
La prima cosa che si nota, e che accomuna la gran parte dei candidati, è che alla pratica sportiva ed a tutto quello che ne può derivare in termini anche di crescita sociale, vengono riservati spazi residuali: probabilmente in una ideale scaletta vengono ritenuti generalmente argomenti di serie D. Con poche distinzioni.
Renato Accorinti, che certamente dell’argomento se ne intende molto di più di tutti gli altri, richiama lo sport nel titolo di un paragrafo del programma, ma poi si limita a proporre la revisione del regolamento comunale e l’istallazione un impianto fotovoltaico in ogni struttura come misura di risparmio energetico.
Nel “programmone” di De Luca leggiamo invece dell’istituzione di un Comitato tecnico sportivo che faccia da cabina di regia; la creazione di “aree del sorriso” ovvero aree giochi per bambini, almeno cinque; un programma di alfabetizzazione sportiva per giovani e l’idea di far seguire le giovani promesse da manager e procuratori per farli diventare campioni.
Quanto a Saitta, in 5 righe asciutte si ricorda la necessità di adeguata manutenzione degli impianti e del loro successivo affidamento alle società sportive e l’utilizzo pomeridiano delle palestre scolastiche. Oltre a ciò, collaborazione con Università, Coni e società sportive, sostenendo non precisate iniziative di educazione allo sport.
Emilia Barrile ritiene che il sistema di concessione e gestione degli impianti deve passare da maglie più strette, consentendo un utilizzo migliore delle strutture per i disabili e propone un generico piano di sport per tutti.
Trischitta pensa al recupero degli impianti partendo da uno specifico ufficio comunale potenziato. Sarà necessario effettuare un censimento ed uno studio analitico della situazione di tutti gli impianti, munendosi di un database, e concessione degli impianti in comodato d’uso.
Il prof. Bramanti, che per primo aveva risposto alle richieste del Coni, nel suo programma si limita a puntare anche lui sull’agibilità degli impianti per poterli poi affidare con concessioni pluriennali che prevede anche per il Celeste ed il Franco Scoglio. Aggiunge che non si occuperà solo di calcio ma di tutti gli sport.
Infine Sciacca che sembra spiccare il salto in lungo, visto l’elenco delle proposte decisamente più numerose: anche lui ritiene necessario un regolamento comunale che preveda puntualmente la necessità di bandi pubblici per gli affidamenti.
E anche Sciacca pensa ad un ufficio progetti e ricerca finanziamenti per impiantistica sportiva. Impianti che hanno bisogno preventivo di censimento e successivo monitoraggio; nuovi impianti nei villaggi e quartieri periferici che ne sono sprovvisti per fare della pratica sportiva una barriera contro le devianze; erogazione di servizi comunali a favore delle associazioni sportive e campagne di sensibilizzazione per lo sport. Ancora, promuovere lo sport per atleti disabili e agevolazioni per le fasce basse di reddito. Infine, Sciacca punta a grandi eventi in collaborazione con le federazioni e all’istituzione di una giornata dello sport non meglio specificata.
Questo è quanto viene fuori dai sette programmi presentati: poco o molto, sufficiente o meno, decida chi legge. Ma fuori dall’analisi dei testi, la mia modesta impressione è che, quantomeno da quello che hanno messo per iscritto, dello sport e dei suoi annessi e connessi, della voglia di fare di tanti dirigenti appassionati e dei tantissimi problemi che aspettano soluzioni, non interessa granché alla maggioranza dei candidati, per alcuni addirittura sembra quasi un fastidio doverne scrivere. Risponderanno che i programmi sono solo indicazioni di massima, staremo a vedere se la realtà poi sarà un’altra, lo speriamo. Per concludere, ma il Coni ha letto i programmi? Come li giudica? È soddisfatto?
Elio Conti Nibali