In vista del delicato confronto salvezza interno contro la Pallacanestro Orzinuovi, Sesto Uomo, il gruppo organizzato dei tifosi dell’Infodrive Capo d’Orlando ha diramato un comunicato stampa finalizzato a scuotere l’ambiente paladino e dimostrare la propria vicinanza alla squadra, autrice di un inizio di stagione caratterizzato fin qui da sei sconfitte su sette gare di campionato. Di seguito pubblichiamo il testo completo:
“È il momento di restare uniti! Ci risiamo! Le critiche per le sei sconfitte su sette gare ci stanno in qualsivoglia ambito sportivo, non c’è dubbio, ma permettetemi di ribadire un mio personale pensiero, riprendendo quello di un paio di anni fa, quando fioccarono critiche contro la squadra di Marco Sodini addirittura prima dell’inizio del campionato. Capo d’Orlando è sempre stata un’isola felice del basket italiano, ha scritto pagine di sport indimenticabili per una piazza così piccola. Gli enormi sacrifici economici della società sono spesso stati ripagati dai risultati. E tutto questo ha permesso ai tifosi di essere orgogliosi della loro Orlandina, di identificarsi spesso con la squadra.
A volte, però, sarebbe utile calarsi a fondo nel nostro contesto, tenere a mente il budget di una società che fatica a districarsi in un territorio dal tessuto economico martoriato e che, pur con le poche risorse a disposizione, ha negli anni consolidato la propria leadership nel basket isolano e perfino del Sud Italia, anche grazie alla competenza di tecnici che hanno portato a Capo d’Orlando grandissimi campioni. Una grande società che sa scegliere, costruire, programmare e dare seguito. Da alcuni anni sono stati riprogrammati gli obiettivi puntando su un progetto che vede al centro la crescita di giovani atleti. Ma siamo sicuri che chi muove critiche contro squadra e società ne abbia pieno titolo? Perché è troppo facile parlare di passione smisurata per l’Orlandina Basket, quando poi conosciamo tutti l’esiguo numero di abbonamenti venduti. Gli orlandini chiedono e pretendono dalla squadra e dal presidente: ma loro (non gli abbonati e quelli che si sbattono, urlano e incitano la squadra fino all’ultimo secondo), quando daranno qualcosa che vada oltre le critiche?
Sventoliamo ai quattro venti il “senso di appartenenza”, ma quale appartenenza può avere un pubblico che non si mette mai in discussione, che non entra sul parquet neppure metaforicamente, che non sostiene fino alla fine, che non partecipa? La squadra del cuore è una seconda pelle che ti cuci addosso, non puoi più toglierla, né tantomeno strapparla, ci devi convivere. Questo è il vero tifoso! Sosteniamola, culliamola e amiamola dunque la nostra squadra. Siate tifosi felici perché, e riprendo l’incipit di Anna Karenina, “tutti i tifosi felici si somigliano fra loro, ogni tifoso infelice è infelice a modo suo!”.