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Sciotto: “Il mio ciclo si è chiuso. Fondi adeguati per dare un futuro al Messina”

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Come era già accaduto l’estate scorsa, il presidente del Messina Pietro Sciotto è pronto a farsi da parte, ma questa volta l’operazione volta ad un passaggio di consegne con una nuova proprietà avverrà tramite l’intermediazione del Comune: “Per evitare che si dica sempre che non voglio cedere sul serio la società ho deciso di designare il sindaco come garante. Non vedo particolare interesse al momento ma chiedo che qualcuno lo rilevi, sarebbe una sconfitta tremenda farlo morire. Purtroppo non posso più intervenire in prima persona. Il mio ciclo purtroppo si chiude”. 

Sciotto e Raciti
Il presidente Pietro Sciotto e il tecnico Ezio Raciti

Nonostante il bagaglio accumulato, l’attuale massimo dirigente non si sente in grado di impegnarsi ancora dopo sei anni di investimenti: “Dopo l’esperienza accumulata in questi anni mi sento un altro presidente, ma ho deciso di lasciare. Mi auguro che chi subentrerà non voglia guadagnarci, avere un tornaconto personale o altri vantaggi. Serve un presidente tifoso, che si schieri accanto alla squadra. Bisogna spendere e programmare, si può fare meglio di me e glielo auguro”. 

Le celebrazioni per la salvezza sono già alle spalle e lo stesso Sciotto non ha celebrato in campo come era avvenuto soltanto un anno prima: “Non sono sceso in campo perché la salvezza ai playout non era il mio principale obiettivo. La squadra a sei giornate dal termine era in zona salvezza ma ha conquistato soltanto una vittoria in quella fase. Sarebbe bastato un pareggio con il Foggia per evitarli”.

Perez
Perez cerca di farsi largo in area (foto Paolo Furrer)

Il presidente rivendica la sua costante presenza al fianco della squadra, a suo dire non adeguatamente celebrata da stampa e tifoseria: “Nelle ultime due settimane sono sempre stato a contatto con la squadra, caricandola. I ragazzi hanno risentito psicologicamente del ko con la Gelbison. Quest’anno li ho accontentati, accogliendo tutte le richieste che mi sono state fatte. L’obiettivo era salvarmi, senza badare a spese”. 

La società è in vendita ma dopo tanti investimenti non ad una cifra simbolica: “Dissi che avrei venduto il Messina ad un euro? Fu una provocazione perché dopo un mese nessuno si era fatto avanti avanti. Non chiederò più di un decimo di quanto ho investito. Se qualcuno vuole acquistare il Messina è giusto che spenda anche per rilevare il titolo. È ovvio che nella trattativa non mi metterò in mezzo, anche perché voglio farmi da parte. Senza soldi però, lo dico chiaramente, non si può rilevare l’Acr. Se ci sono fondi adeguati l’operazione verrà formalizzata, altrimenti saranno soltanto chiacchiere inutili”.

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