Il nuovo mister Venuto ha sempre fatto del profilo basso la sua arma, vincendo un campionato di D con il Milazzo davanti a corazzate come Trapani, Avellino e Messina, ripetendosi poi nel Due Torri. Il presidente Pietro Sciotto invece sembra avere un approccio totalmente differente: “Siamo a Messina e siamo qui per vincere. Non reggono i paragoni con realtà della provincia come Gliaca. Mi sono sbilanciato parlando di serie B e serie A perché prendendo giovani giusti e creando un’intelaiatura importante non è detto che non si possa fare una scalata, prendendo esempio da squadre come il Chievo o il Foggia. Non mi precludo nessun obiettivo. Se sarò bravo andremo avanti, altrimenti vorrà dire che non sarò stato all’altezza”.
Pezzella e Dezai si sono legati all’ACR per un anno con la prospettiva di restare in giallorosso anche nel 2018-2019: “Faccio con tutti i giocatori dei contratti con opzione per il secondo anno, altrimenti la società è una scatola vacante, invece deve avere un suo patrimonio. Con Dezai, ad esempio, ho fatto un grossissimo affare, perché il giocatore è mio e quando eventualmente lo venderemo daremo una percentuale al procuratore. È un nostro pupillo, che deve migliorare, crescere e poi potrà magari essere ceduto per monetizzare una futura rivendita. Se noi spendiamo un milione di euro per fare il campionato e poi a fine anno non abbiamo giocatori di proprietà avremo fallito. Se invece avremo un parco giocatori che vale tra gli 800mila euro e il milione e mezzo avrò vinto la mia scommessa. Molti addetti ai lavori, da tutta Italia, stanno apprezzando la nostra politica. Ma chiaramente dovremo ottenere anche i fatti e i risultati sul campo”.
Passionalità ed entusiasmo originano già paragoni ingombranti: “Non sono né Massimino, né Aliotta. Io sono Sciotto. Da una vita faccio calcio e imprenditoria. Non mi piace essere paragonato a nessuno, se farò meglio o peggio dei miei predecessori, saranno gli altri a stabilirlo”.
Eppure Messina non risponde, un po’ come era già avvenuto con Lo Monaco e Proto, i cui appelli sono rimasti spesso inascoltati: “In tutta Italia non c’è più grande coinvolgimento. Spesso c’è un pazzo solo al comando che investe, come nel mio caso. Se crede nel progetto, l’azienda però va avanti. Attorno possono esserci dirigenti appassionati, che investono qualcosa. La titolarità resta al presidente, che si prende la responsabilità”.
L’esordio ufficiale è alle porte e Sciotto spera paradossalmente di esordire in trasferta: “Con l’assessore Pino sono in costante contatto e abbiamo un buon rapporto. Il Comune interverrà per ripristinare la foresteria. L’esordio in Coppa ci impone di accelerare i tempi. Sono stato martedì al Comune. Dobbiamo prorogare il vecchio comodato d’uso e per questo si sta convocando la Commissione di Vigilanza. Noi vorremmo giocare in trasferta, perché il 20 agosto potrebbe non essere pronto. Non sono state neppure collocate le porte al “Franco Scoglio”. Speriamo quindi di non dovere esordire in casa”.