Dopo la sovraesposizione mediatica delle due precedenti annate, la proprietà dell’Acr Messina è operativa dietro le quinte, in sinergia con la rinnovata dirigenza. È soddisfatto per il feeling instauratosi l’amministratore delegato Paolo Sciotto: “Sto conoscendo persone perbene e professionali, dal mister Cazzarò al ds Obbedio, dal dt Rando al dg D’Arrigo, con cui ci sentiamo spessissimo, come se ci conoscessimo da sempre. Uomini di calcio, che sono in sintonia completa con la proprietà. Questo ha dato serenità e sollievo a tutti”.
Il mercato, almeno sulla carta, promette bene: “Obbedio segue con accuratezza le trattative, scegliendo ogni singolo acquisto dopo l’altro. Di calciatori ce ne sono tanti ma gli uomini veri spesso sono pochi. Giocare a Messina poi è più complicato. Ad ogni modo siamo ancora all’inizio”.
Da Crucitti e compagni arrivano sensazioni positive: “Sto conoscendo i ragazzi in fase di firma. Dal punto di vista tecnico invece è il nostro staff a sceglierli. Abbiamo cercato di carpire le loro sensazioni e ho trovato ragazzi molto motivati, orgogliosi di indossare questi colori. Non è una frase fatta, lo stiamo percependo”.
Dopo un “interregno” di sei mesi Pietro Sciotto è tornato a ricoprire la carica di presidente: “Mio padre sta partecipando alle riunioni settimanali con lo staff, è pienamente coinvolto. Non siamo masochisti, semplicemente non volevamo uscire da perdenti dal mondo del calcio. Dopo un anno particolare e un lutto familiare che purtroppo ci segnerà per sempre, sarebbe importante dargli risposte con i risultati. Speriamo di imprimere una svolta, al biennio precedente non ci stiamo pensando più”.
Dai ritiri in Calabria e in Sicilia, al grande salto in Toscana, a Chianciano Terme: “Siamo pronti per la partenza. Abbiamo scelto una sede ideale per le condizioni climatiche, per preparare al meglio la stagione. Una struttura con più campi in erba naturale e qualcuno anche con fondo in sintetico. La lontananza non è un problema, l’importante è fare le cose bene”.
Il timore concreto è quello di un girone con una corazzata all’interno, dal momento che una delle formazioni da inserire in soprannumero, Palermo o Foggia, finirà nel concentramento più meridionale. Uno scenario che non entusiasma Sciotto: “Non ci sono ancora indicazioni concrete. Un altro Bari? Condizionerebbe il campionato e subirlo per il secondo anno consecutivo non rappresenterebbe la soluzione ideale”.
Rispetto alle due precedenti stagioni, i vertici del calcio hanno raddoppiato la tassa di accesso per questi club, da 150 a 300mila euro: “Se c’è un investitore che intende ripartire spendendo tanto non verrà certo scoraggiato da questo fattore. Vedremo cosa deciderà la Lega. Noi comunque non avremo paura e giornata dopo giornata andremo alla ricerca del migliore risultato possibile”.
La nascita di una possibile antagonista in riva allo Stretto ha paradossalmente riavvicinato la tifoseria all’Acr: “Stiamo notando una grande apertura e un attaccamento tangibile a questi colori. Un forte segnale che ci dà una motivazione infinita, un vero stimolo per la mia famiglia, che non è stato rappresentato invece dal Fc Messina, con il quale non dobbiamo entrare in competizione”.
Sciotto crede che ai club sia necessario garantire risultati, che sarebbero più efficaci degli appelli ad abbonarsi: “Dopo l’accordo con il Camaro, stiamo dando risposte importanti, allestendo una società con adeguati standard organizzativi. Dopo la nota congiunta dei gruppi organizzati non potevamo sottrarci. Siamo tifosi come loro, con la responsabilità economica e gestionale sulle spalle. Il desiderio sono le vittorie da portare a casa, non gli abbonamenti. È quello che De Laurentis ha detto nei giorni scorsi e mi sento di sottoscriverlo”.