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Pietro Sciotto è come tradizione un fiume in piena e l’apertura di Cateno De Luca lo ha galvanizzato: “Sono contentissimo dell’incontro con il sindaco, che vuole sposare il progetto “Celeste”. L’anno scorso ho lottato contro i mulini a vento, senza avere risposte dalla Commissione di Vigilanza. Se riusciremo a centrare il traguardo in tempi brevi, il pubblico impazzirà. Era il mio primo obiettivo da quando ho preso la società”.
Sul campo il Messina sarà condannato a recitare un ruolo da protagonista, dopo una stagione altalenante: “Chiederemo anche il ripescaggio. In D chiaramente l’obiettivo è vincere, non si può fallire per due anni di fila. Non sarei andato avanti, allestiremo una squadra forte che possa lottare fino all’ultimo per vincere. Ci penalizza avere fallito l’obiettivo playoff, che avevo chiesto a dicembre a staff e squadra”.
Il massimo dirigente dell’ACR è tornato a battere sul tasto delle spese effettuate nel corso del primo anno di gestione: “L’anno scorso ho bruciato tanti fondi, circa 800mila euro, senza ottenere nulla, dopo che negli ultimi dieci anni in pochi hanno investito come me. Ai 200mila euro del fondo perduto per l’ammissione in D dovete aggiungere i ritiri estivi e i numerosi giocatori a libro paga. Meritavo un po’ di rispetto, nonostante gli errori. Ho lottato contro tutti, in un ambiente difficile”.
Le reiterate contestazioni dei gruppi organizzati non sembrano però sfiduciarlo: “Ho rispetto per i tifosi e li farò ricredere. Non sarà qualche centinaio di persone a fermarmi. In tutta la provincia ho ottenuto tanti riscontri positivi. Ho una credibilità e sono rispettato in tutto il Sud Italia e anche all’estero, grazie alle mie aziende”.
Confermata la candidatura di Peppe Raffaele per la panchina, mentre perde quota quello di Ciccio Cozza: “Il suo nome è un’invenzione di social e stampa, per questo il Messina non va avanti. Stiamo trattando almeno cinque allenatori. Non c’è alcuna preferenza per nessuno. Il mio obiettivo ora è prendere la fideiussione in banca, ritirare domani il nulla osta del campo e portare mercoledì l’iscrizione a Roma. Poi avremo il nome. Non mi pronuncio prima, parlerò a cose fatte”.