I colpi di scena erano annunciati e alla fine si sono concretizzati, in linea con quanto a Messina accade ormai dal 2009, anno del fallimento del Fc, da una cui costola è scaturito l’Acr, quello del Rilancio e della Rinascita, rimasti peraltro fin qui soltanto sulla carta.
La prima mossa l’ha compiuta il presidente Paolo Sciotto, abbassando la cifra ufficializzata il 12 maggio scorso, quando il suo Acr venne valutato 350mila euro, somma che non comprendeva i debiti accumulati nel corso della sua gestione biennale.
La nuova richiesta formalizzata ai potenziali acquirenti (l’imprenditore milanese Rocco Arena e la misteriosa cordata friulana mai paventatasi in riva allo Stretto) è stata invece fissata in 300mila euro, con il passivo a carico degli Sciotto. Di fatto, quanto lo stesso presidente del Cfi Alicante aveva proposto un mese prima.
L’attuale massimo dirigente dell’Acr ha però fissato una condizione: un pagamento cash, entro la mezzanotte di lunedì. Arena avrebbe infatti sempre proposto versamenti rateizzati, che sarebbero alla base del mancato accordo di queste settimane.
Lo stesso Sciotto dava per scontato in alternativa l’accordo con il Città di Messina, con il quale ormai da giorni era in corso un’interlocuzione finalizzata all’unione delle forze tra i due Messina, arenatasi (scusate il gioco di parole…) sul destino del florido vivaio affidato da un anno all’ex bandiera giallorossa Carmine Coppola.
Dopo il comunicato dell’Acr, si è concretizzato lo scenario già anticipato da una Pec inviata venerdì sera. Arena ha infatti presentato un’offerta d’acquisto al Città di Messina. Secondo quanto emerso, avrebbe proposto un pagamento cash più l’assunzione delle passività (già rateizzare) accumulate dalla società nata nel 2010, che cederebbe anche i propri crediti. Un’operazione da circa 200mila euro.
La proposta fa vacillare il presidente Maurizio Lo Re e i suoi soci, che sembrano pronti a formalizzare la cessione del club, riservandosi soltanto una gestione del vivaio. Sul buon esito della trattativa Arena è ottimista. Il suo consulente, l’avvocato messinese Carmelo Santoro, fissa il possibile “closing” nella data di giovedì 13 giugno, anche se in prima battuta era emerso che il Città avrebbe dato una risposta definitiva già entro 24 ore dal ricevimento dell’offerta.
Sullo sfondo c’è poi la questione degli storici marchi giallorossi. Nelle scorse settimane il presidente del Camaro Antonio D’Arrigo ha annunciato l’acquisizione della “Associazioni Calcio Riunite Messina” dalla “Lo Monaco Real Estate S.r.l”, società operante nel settore immobiliare, con sede a Saponara, che fa capo all’attuale amministratore delegato del Catania. Un marchio consegnato al sindaco Cateno De Luca, chiamato a deciderne il destino. Magari nell’incontro con le società, inizialmente fissato per la settimana successiva al voto europeo e slittato invece a data da destinarsi.
Arena, grazie all’intercessione della famiglia Franza, con cui ebbe dei rapporti risalenti all’epoca del Fc, di cui fu uno sponsor minore, avrebbe ottenuto invece l’utilizzo della storica dicitura del club che ha disputato recentemente tre stagioni in serie A. In tal senso va detto che tutti i marchi del “FC Messina Srl”, registrati il 16 novembre 2001 all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, risultano appartenere ufficialmente all’“Unicredit Leasing”. Passerebbero adesso al presidente del Cfi Alicante, ad un passo dal rilevare anche un club in riva allo Stretto.