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Scianò: “Angileri è duttile e ha fisico. A Messina e Piacenza pesano i ricordi”

L’unico acquisto fin qui formalizzato dal Messina è il difensore centrale Antony Angileri, voglioso di riscatto dopo una prima metà di stagione in cui non ha potuto trovare spazio a Piacenza. A presentarcelo è il direttore sportivo del club emiliano Marco Scianò: “È stato sfortunato ma resta un profilo di primo piano. È molto duttile e forte fisicamente. Può giocare da braccetto destro nei tre ed eventualmente adattarsi da terzino. Ha ottenuto il titolo di miglior difensore dello scorso campionato Primavera. Aveva offerte dalla B, che non si sono sbloccate per via di ricorsi e riammissioni. A fine agosto ha preso subito il Covid e con alta carica virale, la sua Castelvetrano era tra i comuni più colpiti. È stato più di un mese fuori, saltando la preparazione. Dal punto di vista atletico era disallineato rispetto al resto del gruppo, non era facile intergrarsi e davanti si è trovato il laziale Armini”. 

Antony Angileri
Antony Angileri è l’unico acquisto invernale del Messina

Il Messina, prima dell’addio di Lo Monaco, era stato affiancato anche all’ormai ex compagno Riccardo Burgio, ora accostato alla Fidelis Andria. “È in uscita perché abbiamo cambiato sistema di gioco e non giochiamo più con i quinti. Lui è anche una mezzala sinistra, con un fisico imponente. Anche lui ha origine siciliane, per via dei genitori, anche se è nato a Milano. Un mancino importante al quale non si è interessato soltanto il Messina e su cui punta l’Atalanta, che ne detiene il cartellino. Deve diventare calcisticamente adulto. In Europa spesso i ventenni sono giocatori fatti e finiti, ma in Italia non è ancora così”.

La società di Pietro Sciotto ha appena salutato il direttore sportivo Christian Argurio, per il quale Scianò ha parole di grande stima: “È un bravissimo professionista, con un bagaglio di competenze enorme. La Lega Pro è difficile: la categoria si è appiattita qualitativamente ed è complicato fare combaciare budget e mercato, siamo tra incudine e martello. Messina e Piacenza sono piazze esigenti, con ricordi importanti della A e anche una stella come Arturo Di Napoli in comune. Meriterebbero di lottare per le prime posizioni, ma servono investimenti di svariati milioni di euro che entrambe non possono sostenere”.

Antony Angileri
Antony Angileri è stato votato miglior difensore del torneo Primavera

Secondo il dirigente del Piacenza in tutti i gironi è evidente il divario tra le prime della classe e chi lotta per salvarsi: “Ci sono squadre con budget quattro o cinque volte superiori, gap economici folli. Padova, Triestina e Feralpi Salò spendono tanto, come Catanzaro, Avellino e Palermo. Senza ritorni economici legati a sponsor e botteghino sono inavvicinabili. Il Bari di De Laurentiis poi è fuori portata”.

Paradossalmente si trova maggiore supporto in realtà più piccole, che si legano tanto alla squadra: “Salvare il professionismo in piazze nobili non è scontato, mentre per certi versi diventa più agevole a Monopoli, dove lavorano benissimo, Fiorenzuola, Pontedera o Francavilla. Poi ovviamente contano le capacità di proprietà e dirigenti”.

Il Covid sembra avere aggravato la situazione: “Sembra che i presidenti non vogliano spendere e che i dirigenti siano scarsi, mentre se hai altri budget passi magari per genio. Il problema è generalizzato: la C costa troppo senza ricavi. Occorrono investitori seri per non disperdere tutto. Ripartire dai Dilettanti senza entusiasmo poi è ancora più duro. I tifosi giustamente si lamentano, ma il calcio, soprattutto con gli stadi chiusi, va rivisto. Altrimenti è possibile soltanto qualche exploit, che non è semplice ripetere”.

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