Il clima natalizio è già alle spalle e il 2020 si apre con un duro scontro tra il Fc Messina e l’Amministrazione. La società presieduta da Rocco Arena ha definito “inspiegabile” la delibera con cui il Comune ha prolungato fino al maggio 2021 la concessione del “Franco Scoglio” all’Acr Messina, senza interpellare l’altra società che lo utilizza per i match casalinghi. Secondo il Fc non sarebbe stata garantita un’adeguata par condicio né sussisteva un termine inderogabile tale da giustificare la sua approvazione a sei ore dal Capodanno.
L’assessore comunale allo sport Giuseppe Scattareggia replica alle accuse: “Vi è un accordo tra i due club, che si sono suddivisi gli stadi: l’impianto di San Filippo all’Acr, il “Celeste” al Fc. Abbiamo ritenuto che valesse implicitamente anche per la prossima stagione. Non abbiamo quindi interpellato il Fc, così come non avevamo sollecitato l’Acr”.
A giustificare la delibera, che consente l’affidamento a una società con congruo anticipo, come non accadeva da almeno un decennio, secondo l’esponente della Giunta De Luca sono alcuni lavori già programmati: “L’Acr si è offerto di sostenere a proprie spese alcuni interventi di manutenzione straordinaria da effettuare obbligatoriamente tra gennaio e febbraio, per non mettere a rischio la sussistenza dell’agibilità della struttura. Perché approvarla il 31 dicembre? L’istanza era stata presentata a inizio mese e non volevamo andare oltre”.
Arena si è detto addirittura pronto a farsi da parte se il suo progetto dovesse essere ritenuto “scomodo, inutile o inopportuno”: “Siamo in ottimi rapporti con entrambi i club e non parteggiamo per nessuno. Avevo presenziato alla presentazione dell’Acr e recentemente sono stato ospite della cena natalizia del Fc”. L’impressione è che l’incidente diplomatico si sarebbe evitato con una maggiore interlocuzione tra le parti.
C’è poi un altro tema sul quale l’Amministrazione è in evidente imbarazzo, ovvero la pubblicazione dei bandi per la gestione pluriennale degli stadi, prospettata a più riprese fin dall’estate 2018. Scattareggia difende l’operato del sindaco: “Ci sono dei tempi tecnici. Gli eventuali investitori devono conoscere con precisione le spese da sostenere e le schede fornite dai Dipartimenti Sport e Manutenzione Immobili sono risultate insufficienti. Non potevamo proporre numeri fuorvianti e quindi il segretario generale ha chiesto agli uffici di aggiornarle, effettuando ulteriori approfondimenti. Inoltre abbiamo dovuto attendere il cambio dei dirigenti, imposto dal piano di riordino voluto dal sindaco, per non fare ripartire da zero la procedura”. Al netto dell’elefantiaca burocrazia, il primo cittadino avrebbe potuto evitare reiterati annunci, che fin qui sono stati disattesi.
L’assessore ammette che sui tempi è meglio non sbilanciarsi e nel frattempo non vede alternative alle concessioni annuali: “Abbiamo appena rinnovato per altri dodici mesi l’affidamento dei palasport cittadini. La nostra proposta risaliva a luglio e il consiglio comunale ha esitato tutto a fine novembre, dopo cinque mesi. Il Comune preferisce delegare alle singole società la gestione delle strutture, perché non è in grado di manutenerle adeguatamente e in questo modo eviteremo magari ulteriori vandalizzazioni”. Che al “Franco Scoglio”, nel corso delle ultime quattro stagioni e quindi durante le gestioni Stracuzzi, Proto e Sciotto, in concomitanza con l’organizzazione dei concerti estivi, si sono verificate puntualmente, imponendo ingenti interventi di ripristino di locali e attrezzature.
Ultimo fronte, il “Giovanni Celeste”, la cui riapertura sembra una chimera. Il Fc, che aveva ingenuamente sperato di potere sbloccare in tempi brevi una matassa che resta ingarbugliata, contesta la mancata convocazione della Commissione chiamata ad esprimersi sull’agibilità.
Anche in questo caso, l’assessore è molto cauto: “La società ha chiesto la convocazione di un tavolo tecnico e svariate urgenze non ci hanno consentito di approfondire la questione. L’ingegnere Mento, componente del cda del club, ha comunque incontrato il sindaco e il vice-sindaco. Va detto che la Questura è perplessa, in virtù delle nuove normative sulla sicurezza imposte dalla “Circolare Gabrielli” e lo stadio è collocato in un’area abitata, a ridosso del Policlinico”.
Se il Comune è consapevole che il “Celeste” non potrà essere riaperto al pubblico, a maggior ragione avrebbe potuto dialogare con entrambe le società. Tutto questo non è avvenuto e il 2020 si apre quindi all’insegna degli equivoci e delle divisioni che hanno già caratterizzato l’ultimo, tormentato, decennio. Chi ben comincia…