Giovani dirigenti crescono. E non è cosa da poco in una pallacanestro che spesso vive di vecchi retaggi, non garantendo la meritocrazia. All’Orlandina Basket Antonio Sapone rappresenta infatti il naturale trait d’union dopo l’uscita dal club di Giuseppe Sindoni. Alla soglia dei trent’anni il dirigente è al centro delle scelte di programmazione: “È un periodo particolarmente frenetico scandito da giornate in cui il telefono è molto caldo. A mio avviso questo è il momento più bello di tutto l’anno perché puoi mettere in campo le tue idee al fine di plasmare la squadra in totale sintonia con l’allenatore e lo staff tecnico. Amo questo momento più delle settimane durante l’anno caratterizzate da allenamenti e partite”.
Trasferitosi fuori regione, è ritornato per dare un contributo sostanzioso nella società in cui è cresciuto cestisticamente: “Ho studiato a Roma e sono stato per molto tempo lontano da Capo d’Orlando, che ovviamente rappresenta la mia casa. Qui conosco tutti: con Giuseppe abbiamo giocato assieme proprio nelle giovanili dell’Orlandina e lui mi propose sin dal 2013 di fare attività di scouting. Mi sono focalizzato sul mercato americano, grazie al confronto con lui ho appreso molti segreti. Oltre alla valutazione dell’aspetto tecnico del singolo giocatore infatti bisogna stringere una serie di relazioni con gli agenti per ottenere tutti i feedback possibili. Conoscendo questa realtà mi sono subito trovato bene e in piena sintonia. Restiamo sempre in contatto e la linea di continuità con chi mi ha preceduto è evidente”.
La stagione del debutto dietro la scrivania non era semplice, anche per le mille peripezie extra sportive: “Ho ricoperto il ruolo di direttore sportivo con compiti dirigenziali, oltre che quelli di team manager e scout. Sul mercato ho fatto un passaggio naturale curando tanti aspetti, in primis il dialogo con gli agenti, non semplice in una stagione falcidiata dal Covid. La decisione più difficile fu reperire a metà stagione il sostituto di Abdel Fall in un ruolo delicato come il pivot. Adesso il club mi ha responsabilizzato dandomi la responsabilità a trecentosessanta gradi del mercato, insieme al presidente”.
Il lavoro di squadra il segreto dell’Orlandina, che oltre all’entusiasmo del dirigente vanta l’esperienza dello staff e i consigli di un esperto come Sindoni junior: “Non mi riconosco meriti particolari ma ovviamente partivo avvantaggiato dal lavoro di analisi compiuto negli scorsi anni. Lo staff è stato abile, prendendosi l’ultima parola, e l’occhio vigile da fuori di Giuseppe ci ha sempre aiutato”.
I paladini per credo naturale e identitario puntano senza nascondersi a giocatori in rampa di lancio. La pluriennale storia biancoazzurra narra di atleti arrivati da semi sconosciuti e poi affermatisi ai massimi livelli: “Sicuramente tanti anni di militanza tra massima serie e A2 ti portano a sviluppare una capacità estrema nella sintesi della scheda del giocatore. L’utilizzo di sistemi professionali come “sinergy” infondono dimestichezza nelle scelte da operare trovandoti di fronte a due mercati paralleli. C’è chi predilige pescare dall’usato sicuro con atleti ormai che da anni militano in Italia a costi maggiorati o chi scandaglia tornei meno conosciuti per reperire ottimi atleti, penso a Xavier Johnson arrivato lo scorso anno dalla Bulgaria che in A2 sul piatto aveva solo la nostra offerta o l’esordiente Floyd, autentica stella del torneo. Si è consapevoli che chi come noi predilige la seconda strada incorre in rischi e può commettere errori. Per questa per abbassare il più possibile questa soglia bisogna curare ogni dettaglio e la soddisfazione è grande quando le prestazioni dell’atleta sul campo alla fine premiano quella scelta”.
L’impatto col nuovo coach Cardani è stato subito positivo. Una figura giovane che promette di incastonarsi al meglio nella realtà siciliana: “Dopo il triennio con coach Sodini ci siamo presi un periodo di pausa al termine di una stagione molto dispendiosa a livello mentale. Abbiamo stilato una rosa di nomi, alla fine tra un ristretto numero tutti abbiamo deciso di convergere sul nome di Cardani. E’ una bella scommessa, un 32enne che rispecchia appieno la nostra filosofia. L’ho conosciuto di persona all’arrivo all’aeroporto e grazie a una lunga chiacchierata siamo entrati in piena sintonia. Avevamo le stesse idee sul roster e sul modo di giocare discutendo anche sui primi nomi di nuovi giocatori tra cui lo stesso Poser, il nostro primo acquisto da cui ci aspettiamo tanto”.
La squadra parte già dà alcune certezze. Ecco l’analisi dell’uomo mercato paladino: “Con Diouf e Gay c’era una clausola di uscita dal contratto che non è stata esercitata né dal club né dai ragazzi. Il primo arrivando a metà stagione non ha avuto molto tempo per fare vedere tutto il proprio repertorio ma ha un grande potenziale e quest’anno che ritroverà anche il coach con cui è esploso di certo troverà la fiducia per imporsi. Flavio a nostro avviso è stato il migliore nella seconda parte di stagione e puntiamo forte su di lui. Laganà è un elemento cardine del club e credo che difenderà i nostri colori ancora per molto tempo. A loro aggiungiamo il classe 2003 Ellis, che verrà traghettato in prima squadra e farà vedere il suo talento dopo ottime cose in serie C e nazionale giovanile. Non dimentichiamo il lungo Tintori, che è reduce da due seri infortuni in sequenza. Ha voglia di riscatto, servirà una precisa valutazione medica ma siamo felici che sia ancora con noi”.
L’identikit del nuovo roster è molto preciso e si non discosta dagli obiettivi del passato torneo, ma sulla carta c’è un alleato in più: “Costruiremo una squadra giovane, fresca atleticamente e di impatto fisico che farà divertire il pubblico. A loro va il nostro primo pensiero. Speriamo infatti possano tornare subito al palazzetto perché nell’ultima stagione non ci siamo mai adeguati alla loro assenza. È un dato di fatto: la gente vuole tornare a vedere la pallacanestro dal vivo, la stagione andava disputata ma non ha senso giocare al chiuso. Secondo me bisognava agire diversamente. Nei palasport dobbiamo rivedere le famiglie, i tifosi storici e gli occasionali”.
La formazione del patron Sindoni nasce tra e per la gente. Il calore dei sostenitori manca ormai da troppo tempo: “In un team come l’Orlandina la vendita dei biglietti è una voce determinante, che negli anni storicamente ha premiato il club più della vendita degli abbonamenti. Dovrà essere la stagione della rinascita, aspettiamo la conferma del ritorno del pubblico”.
In conclusione Sapone indica le direttrici che l’Orlandina perseguirà anche nella stagione 2021/2022: “Da due anni ci classifichiamo ai primissimi posti della classifica di A2 per l’utilizzo degli under, che garantisce un ritorno economico. La strada, coraggiosa, è ormai tracciata, sia per esigenze di auto-sostenibilità finanziaria che garantiscano un futuro alla società, ma anche per una visione futura su un arco temporale di lungo periodo”.