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Sant’Agata, Vanzetto: “Ringrazio Catania per i complimenti. Busetta un maestro”

A Catania è maturato il quarto ko stagionale, il più prevedibile, ma il Sant’Agata esce rafforzato dal 2-3 incassato alle pendini dell’Etna. Il tecnico Leo Vanzetto ne è consapevole ma resta cauto: “Mi interessava proseguire nel percorso che i ragazzi stanno compiendo. Servivano coraggio e personalità, potremo dire la nostra in questo campionato. La prova ci dà morale e consapevolezza. La strada è quella giusta, ricevere i complimenti in una piazza storica fa piacere. Dobbiamo fare tesoro di questa sfida per il nostro campionato perché la salvezza sarà durissima da conquistare”. 

Sant'Agata
Calafiore protagonista anche a Catania

Il Sant’Agata non ha rinunciato al suo spirito sbarazzino e offensivo, che ha già fruttato cinque vittorie tra campionato e Coppa Italia: “Non era spregiudicatezza, devi venire qui a giocare corto ed essere presente a livello fisico. Inoltre devi stare bene mentalmente. Il calcio è situazionale ma c’è sempre la bravura dell’avversario. Ho detto ai ragazzi di isolarsi dall’ambiente esterno per non farsi trascinare dagli eventi. Sul 2-0 abbiamo ripreso la gara, che avevamo studiato nei dettagli, senza disunirci né allungarci. Poi le nostre individualità ci hanno aiutato“. 

Vanzetto ha militato da calciatore nel Catania tra il 1991 e 1993 e l’ex centrocampista originario di Bolzano non nasconde l’emozione per il ritorno nella città etnea: “Di Catania ho ricordi indelebili, il calcio d’altronde è tifo ed emozioni. Venire a giocare qui con questo calore è bellissimo e ammetto che probabilmente qui ho trascorso i tre anni più belli della mia carriera. Soltanto io so cosa ho rivissuto nella mia mente, davvero dei dolci ricordi”. 

Sant'Agata
Scolaro e Casella in fase di copertura

Vanzetto ha ricordato anche il legame con l’ex tecnico di Catania, Messina e Acireale Angelo Busetta: “Era un maestro della C e della D, alla Mazzone, per me è stato come un padre. Mi porto dietro i suoi aneddoti, insegnava veramente calcio. Anche lui era coraggioso e propositivo. A Catania sono arrivato ragazzino e me ne sono andato uomo. Ora sono nuovamente in Sicilia grazie al Sant’Agata e mi sento a casa”. 

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