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Sant’Agata, un mese per salvare il titolo. Timidi contatti, prevale la cautela

L’interesse di una cordata locale, emerso ad inizio mese, si è rivelato una cocente delusione, vanificando un mese di lavoro e di riunioni. Motivo per il quale adesso in casa Sant’Agata prevale la cautela e si mantiene un basso profilo. L’incontro decisivo, svoltosi nello studio del sindaco Bruno Mancuso, alla presenza del direttore generale Gianluca Amata, ha registrato infatti un improvviso passo indietro da parte dei soggetti interessati rispetto al percorso prospettato a maggio. Un passo indietro definitivo, per impegni sopravvenuti da parte di due dei quattro soci coinvolti.

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Il direttore generale del Sant’Agata Gianluca Amata

Un’autentica doccia fredda per la proprietà uscente, che faceva affidamento sulla forza di un gruppo che riuniva imprenditori attivi con aziende di livello, tra Brolo e l’hinterland nebroideo. A maggior ragione perché l’attuale dirigenza aveva deciso di contribuire al passaggio di quote, dichiarandosi disponibile a coprire un quarto del budget complessivo, grazie agli sponsor che hanno confermato il loro impegno. Sembrava tutto pronto per la necessaria ricapitalizzazione, ma l’operazione è andata in fumo, confermando il preoccupante silenzio degli imprenditori locali e del territorio dei Nebrodi.

La tiepida risposta del pubblico presente al “Fresina” chiaramente non attrae grandi investitori, ma la squadra che è stata guidata da Giampà, Vanzetto e Facciolo resta la rivelazione dell’ultimo triennio e il club vanta peraltro una concessione di nove anni dello stadio, in cui sono state realizzate nuove panchine, vie di fuga e quattro spogliatoi. Fermarsi insomma sarebbe un delitto, anche se il dirigente Ettore Meli si è già trasferito ad Acireale e dopo avere investito tempo e fondi è atteso dagli esami a Coverciano per diventare a tutti gli effetti un direttore sportivo professionista.

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I tifosi del Sant’Agata in trasferta (foto Andrea Rosito)

Negli ultimi giorni sono arrivate un paio di richieste di informazioni da imprenditori non messinesi, che manterrebbero il titolo a Sant’Agata, anche se fin qui manca un’offerta ufficiale. Alcune società di Eccellenza, tra queste gli agrigentini del Pro Favara, si sono dette interessate ma essendo attive in altre province c’è un doppio ostacolo: la dirigenza del Sant’Agata non intende prenderle in considerazione per non disperdere il lavoro portato a compimento negli ultimi cinque anni, e i regolamenti sembrano consentire soltanto lo spostamento del titolo in comuni confinanti o limitrofi.

Il termine ultimo per l’iscrizione è fissato per il prossimo 15 luglio. Eventuali variazioni dell’organigramma societario potranno essere formalizzate in Lega Nazionale Dilettanti soltanto dopo il 30 giugno. Per gli sportivi di Sant’Agata insomma c’è un altro mese di tempo utile per scongiurare l’interruzione dell’attività e assicurarsi il salvataggio del titolo sportivo dopo quattro anni caratterizzati da bel gioco e risultati di rilievo. Ma anche da una disaffezione che ha minato alle fondamenta l’entusiasmo di una dirigenza ormai pronta a farsi da parte.

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