Una doppietta di Gagliardi ha permesso alla Gelbison di espugnare il “Fresina” al termine di una gara combattuta. La capolista si è dimostrata cinica e compatta contro una squadra, il Città di Sant’Agata, che ha giocato una grande partita andando in vantaggio al 15’ grazie a Calafiore, facendosi poi rimontare, anche in virtù di un episodio contestatissimo, che avrebbe potuto ribaltare l’esito della gara.
Onesta l’analisi del tecnico Mimmo Giampà, che fa autocritica per alcune scelte: “È stata una partita dura, contro una squadra rodata. Con Faella quarto di centrocampo avevamo un’arma importante. Siamo partiti bene e abbiamo trovato il gol, poi però ci siamo abbassati. E ci siamo trovati dunque a difendere con un attaccante, soffrendo qualcosa in più. Probabilmente potevo mettere prima Iania, che è un difensore di ruolo, ma è facile dirlo dopo. Dietro si poteva fare meglio, c’erano state avvisaglie su palle inattive e un palo colpito da Oggiano su punizione”.
La sconfitta è probabilmente una punizione eccessiva ma il +9 sui playout resta un margine confortante: “I miei ragazzi devono però essere orgogliosi, perché ce la siamo giocata alla pari e abbiamo messo in difficoltà la prima in classifica. Al 94′ abbiamo anche avuto l’occasione di pareggiare con Nuzzo. La Gelbison è allenata bene da mister Esposito e quest’anno si giocherà la vittoria del campionato con Cavese, Lamezia e Acireale, mentre noi dobbiamo raggiungere la salvezza prima possibile. I meriti vanno a chi vince, è stato più bravo. Non siamo contenti, perché noi vogliamo giocarcele tutte“.
La squadra di mister Giampà ha disputato una grande partita, girata al 19′ del secondo tempo quando da un lato non è stato fischiato un possibile penalty e sul contropiede è arrivato il gol del vantaggio ospite. Nonostante ciò il Sant’Agata acquisisce ulteriore consapevolezza della propria forza: “Quando si perde c’è sempre rammarico e con qualche episodio a favore avremmo magari potuto portarla a casa noi. C’è tanta gente come me con ambizioni. La società sta costruendo un futuro, stiamo diventando un campo difficile e una squadra ostica per tutti. Sono arrivato qui lo scorso anno prendendo in mano dei ragazzi che erano al penultimo posto in campionato. Il processo di crescita continua, in rosa ci sono tanti giovani che stanno facendo esperienza. Lavorando sul collettivo piuttosto che sul singolo possiamo ottenere risultati importanti“.