A quindici giorni dall’inizio del ritiro pre-campionato, il riconfermato tecnico Pasquale Ferrara fa il punto in casa Sant’Agata con l’ufficio stampa del club. “La società si sta muovendo benissimo, sta facendo un mercato ottimo ma oculato allo stesso tempo. Non avendo un budget illimitato, di comune accordo stiamo individuando quei profili di calciatori che fanno al caso nostro, considerato che l’obiettivo primario è quello di durare nel tempo. Insomma non vogliamo fare il passo più lungo della gamba, anche perché ciò che è successo anni addietro nei paesi limitrofi ci deve essere da esempio”.
Che rosa conti di avere a fine mercato? “Per l’inizio del ritiro conto di avere già una rosa composta di almeno l’80-90% in maniera tale da cominciare sin da subito a lavorare sui principi di gioco. Rispetto alla stagione scorsa sarà una squadra quasi del tutto rinnovata, motivo per cui serve tempo per assimilare ciò che voglio e metterlo poi in pratica sul campo. Noi avremo una prima fase una sorta di pre-ritiro che comincerà il 10 agosto, ed in quella circostanza spero di visionare tanti giovani dell’hinterland che possano fare al caso nostro. A cavallo di Ferragosto ci sarà una pausa per poi partire ufficialmente con il ritiro nel pomeriggio di lunedì 17 agosto. Un ritiro che la squadra svolgerà tra sedute tecnico/tattiche al “Fresina” e parte del lavoro muscolare che sarà svolto presso la Wellnext.
In campo si vedrà il solito Sant’Agata spettacolare oppure la filosofia di gioco sarà diversa? “La mia squadra deve avere il senso e il gusto del gioco, al di là della categoria e del modulo. La filosofia, dunque sarà sempre la stessa, fermo restando che siamo in un campionato diverso. Tutto l’ambiente deve capire che sarà difficile ripetere i risultati delle ultime stagioni, in cui il Città di Sant’Agata ha sempre fatto campionati di vertice. Questo non significa che al di là di chi sia l’avversario di turno, partiremo battuti, però tutti devono anche avere la “cultura” della sconfitta. Insomma la quarta serie è tutta un’altra cosa e serve grande equilibrio anche nel gestire eventuali periodi negativi, quindi non dobbiamo esaltarci nelle vittorie e non dobbiamo deprimerci nelle sconfitte”.
C’è qualche giocatore in particolare che vorresti in rosa? “È un gioco di squadra e credo che alla fine a fare la differenza sia il gruppo, anche se nel calcio moderno spesso accade che il risultato di una gara venga determinato dalla giocata di un singolo. Se però dovessi puntare, sceglierei la prima opzione, perché alla lunga a emergere sarà la qualità collettiva rispetto al singolo. Certo se poi dovesse arrivare qualche cosiddetto “top player”, lo accoglierei a braccia aperte”.
Con il fatto che bisognerà schierare quattro juniores cambierà qualcosa? “Bisogna trovare gli equilibri giusti. Alla fine del mercato, sperò di avere in rosa 12, 13 under, magari in ruoli diversi, perché con i cinque cambi che ci sono a disposizione, si può variare e anche molto a seconda delle situazioni della partita, lo scacchiere tattico. Ho chiesto alla società una rosa di dieci “grandi” e come detto prima almeno 12, 13 juniores”.
Pensi che Sant’Agata sia pronta per disputare la serie D e non essere una meteora in questo torneo? “Lo spero con tutto il cuore. Sia io che la società siamo ambiziosi, e dove c’è ambizione si riescono a superare montagne che all’apparenza sembrano invalicabili. Tutti dobbiamo però restare con i piedi per terra, e il cielo lasciamolo ai passeri. Noi dobbiamo creare una buona rosa e poi con grande senso di responsabilità, lavoro e abnegazione cercheremo di colmare l’eventuale gap con le altre compagini”.