Calcio

Sant’Agata, Ferrara: “Enigmatico tornare in campo. Contano approccio e testa”

A quasi un mese di distanza il Città di Sant’Agata torna in campo, con il chiaro obiettivo di ottenere i primi punti lontano dal “Fresina”. La trasferta in terra campana, in casa della Gelbison, non è delle più agevoli, ma non è neanche tra le più proibitive. Finalmente questo confronto può andare in scena, visto il triplo rinvio dovuto ai casi di positività al Covid-19 riscontrati in  ben sedici componenti della rosa campana (undici erano comunque asintomatici) dopo la gara col Troina.

Il tecnico del Sant’Agata Pasquale Ferrara

Il Sant’Agata vuole riprendere da dove aveva concluso: l’ultima gara l’1 novembre scorso è coincisa con il ritorno al successo, arrivato in rimonta per 2-1 nella sfida interna contro il Rotonda. Fuori casa sin qui soltanto buone prestazioni, ma nessun punto. Pasquale Ferrara spera di invertire la rotta, ma servirà un grande approccio alla gara, necessario dopo uno stop così lungo: “Credo che questo periodo di sosta rappresenti un dramma, sportivamente parlando. Sarà importante capire l’aspetto psicologico, la testa è più importante delle gambe e chi sarà mentalmente più preparato a questo appuntamento porterà a casa la vittoria. È tutto un enigma, ripartiamo dopo un mese in cui non abbiamo potuto fare delle amichevoli, così come loro, e nel calcio il test del campo è fondamentale. Inevitabilmente in questo periodo il ritmo di gara è stato perso e dopo quattro settimane ci ritroviamo a disputare 90 minuti in una gara ufficiale di campionato”.

Abayian celebrato dai compagni per la doppietta con il Rotonda

Per il tecnico nebroideo lo stop di un mese rende impossibile ogni pronostico: “Così come noi, anche loro sono dovuti stare in quarantena per via di alcune positività, noi questo disagio lo abbiamo vissuto a inizio preparazione, loro nelle ultime settimane. È difficile fare pronostici, siamo nel campo delle ipotesi e in questo scenario è difficile ipotizzare l’andamento di una partita tra due squadre che vengono da un lungo stop”.

Ferrara si aspetta comunque una sfida difficile e per portare a casa punti importanti per la salvezza servirà il miglior Sant’Agata possibile: “Sarà una partita difficilissima, perché sono un’ottima squadra, con un attacco forte, composto da giocatori di categoria. Conosco il loro allenatore e anche qualche giocatore, inoltre il loro campo è particolare: si tratta di un terreno di gioco di vecchia generazione, dove la palla assume una certa velocità ma è anche più piccolo rispetto al solito. Fanno valere il fattore campo, hanno già battuto il Santa Maria Cilento nel derby, che è tra le sorprese di inizio stagione. L’approccio quindi sarà fondamentale”. 

Pasquale Ferrara durante gli allenamenti del Sant’Agata

Con Abayian e Ficarrotta non ancora al meglio, Ferrara non esclude qualche variazione: “Abbiamo qualche giocatore uscito malconcio dall’ultima gara, non siamo al top ma lo sapevamo. Dovremo ruotare qualche giocatore, ma chi entrerà in campo avrà la mia fiducia: tutti si devono sentire parte integrante di questo gruppo e la partita di domenica mi sembra quella giusta, considerato che quando la condizione atletica manca per tutti, si azzerano certi valori. Dovremo avere pazienza, ma soprattutto dobbiamo capire che all’assenza di condizione atletica dovremo sopperire con l’organizzazione e il sacrificio, magari facendo quello scatto in più per il compagno e gestendo in modo sapiente la palla”. 

La sosta per il Covid potrebbe paradossalmente agevolare le candidate al salto di categoria, che non hanno mai interrotto la preparazione: “Credo che il campionato vada suddiviso in tre fasce. La prima è quella composta da squadre che si sono potute allenare, che hanno potuto fare qualche partitella mantenendo il ritmo. La terza fascia è quella composta da squadre come la Gelbison, il Castrovillari o il San Luca che hanno avuto dei positivi e sono dovuti restare completamente fermi. Nel mezzo ci siamo noi, che dovevamo recuperare alcuni elementi, come Cicirello, Ficarrotta e Costa. Dovremo essere bravi a sfruttare questo  piccolo vantaggio”. 

Il volto di Maradona su una pizza a Napoli (foto Ansa)

Ferrara ha voluto dedicare infine un pensiero a Maradona, celebrato da tanti negli ultimi giorni, con qualche paradossale distinguo: “Gli auguro un eterno riposo. Ho avuto la fortuna di assistere dal vivo ad alcune partite al San Paolo, con il Milan, ho seguito gli scudetti contesi punto a punto. Ho visto giocare un Dio del calcio. Leggo certe vergogne, ma a me interessa lo spettacolo che ha dato sul campo, non la vita privata. Lo dobbiamo accettare, anche perché si è fatto male da solo, non ha fatto male agli altri. Ha ammesso di non essere stato un esempio per i suoi figli. Resta un grande uomo, con i suoi pregi e i suoi difetti”. 

Antonio Macauda

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